La cerimonia

sabato 19 Luglio, 2025

Mattarella a Stava, appello alle coscienze: «Non fu la natura, ma l’uomo: la montagna non sia sfruttata senza ritegno»

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Stava, ha tuonato da Tesero il presidente, «è simbolo di un'idea sbagliata del rapporto profitto-ambiente»

Un discorso che parla chiaro a chi, quarant’anni dopo, non può dimenticare cosa accadde. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Tesero per ricordare la tragedia di Stava ha voluto riannodare i nodi della storia. «Quarant’anni fa era da poco passato mezzogiorno quando la Valle di Stava cadde di colpo – ha premesso – Oggi siamo qui per rinnovare la memoria delle vittime e riflettere insieme sul necessario impegno affinché a prevalere siano sempre le ragioni della vita su quelle dello sfruttamento, troppe volte portato alle estreme conseguenze».

 

Un riferimento netto, quello del Capo dello Stato, alle ragioni del disastro. «Fare memoria non vuol dire solo ricordare insieme ciò che non può essere dimenticato. Memoria chiama in causa le nostre coscienze, come recita il motto per questo anniversario». Ancora: «Siamo qui con questo intendimento insieme ai famigliari delle vittime, cittadini, rappresentanti delle istituzioni e ringrazio per i loro interventi. Vorrei che tutti avvertissero oggi e sempre la vicinanza Repubblica, di tutti gli italiani nella condivisione del dolore di questa tragedia nazionale che causò la morte di 268 persone che riposano in decine di Comuni e Regioni in Italia. Tra di loro decine di bambini e adolescenti, 71 le salme mai identificate che riposano in questo cimitero».

 

Una tragedia nazionale, ha aggiunto Mattarella, che però ha ragioni certificate dalla giustizia. «È successo qualcosa di sconvolgente e inaccettabile. L’Italia soffre di disastri naturali, imprevedibili. Qui non fu la natura a distruggere e uccidere, qui a provocare la strage fu l’uomo, ci furono responsabilità delle imprese coinvolte, l’incuria delle autorità verso un progetto minerario. Sulla base di una errata concezione del rapporto uomo-ambiente con quest’ultimo considerato risorsa da sfruttare e non da preservare in favore della comunità». Poi l’appello, valido per oggi: «La montagna e le sue risorse non devono essere sfruttate senza ritegno. Tornare a quelle immagini e confrontare con bellezze restituite ai nostri occhi da montagne, paesaggio, vegetazione e valle rinata ci porta dolore per chi non c’è più e non potrà cibarsi di queste bellezze. L’onda di fango fu spietata, venne giù da bacini con violenza, non ci fu scampo, fa impressione rileggere la relazione della commissione d’inchiesta: “Non poteva esserci ubicazione meno adatta per l’impianto di decantazione”».

 

Stava, ha tuonato da Tesero il presidente, «è simbolo di un’idea sbagliata del rapporto profitto-ambiente. La giustizia ha stabilito le responsabilità e ricostruito negligenze, ma ciò che non si deve fare è comunque chiudere questo scempio dentro una parentesi, sigillare il suo orrore e archiviare senza confrontarsi con il presente. Non ci sono alibi: riconciliarsi con l’ambiente è fondamentale»