Il dibattito

sabato 31 Maggio, 2025

Liceo Prati, la testimonianza di una mamma: «Mia figlia ha provato le stesse difficoltà. Incominciamo con abolire i voti sotto il 4»

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Tra le tante lettere che sono arrivate in questi giorni in redazione c'è anche quella di una madre di un'ex liceale. «L'angoscia e la delusione si possono fermare. Serve più ascolto»

La madre di una studentessa del liceo Prati ha scritto questa lettera a il T Quotidiano dopo aver letto la testimonianza della studentessa pubblicata nell’edizione di martedì 27 maggio. La sua identità è stata verificata, ma ha chiesto di non apparire con il suo nome.

 

Ho letto con commozione, rabbia e orgoglio l’accorata lettera della studentessa del Liceo Prati, che con toni pacati ma fermi rivendica il diritti degli studenti ad essere rispettati, ascoltati, visti e non solo guardati.
Commozione perché in questa ragazza rivedo mia figlia che ha percorso il suo cammino nello stesso liceo provando gli stessi sentimenti, facendo le stesse desolanti considerazioni. Credo davvero che la voce di questa coraggiosa studentessa, capace di alzarsi dal coro, è la voce di tanti, se non addirittura della maggior parte degli studenti.
Rabbia perché appare ingiusto e preoccupante che gli studenti arrivino a tanto, ad affidare il loro grido di aiuto alla stampa, a cercare altrove e non a scuola e tra gli insegnanti qualcuno che possa tendere loro una mano.
Allora viene spontaneo interrogarsi sul valore della scuola d’oggi, sul valore di questa generazione di insegnanti e mi rivolgo direttamente a loro: avete bene in mente che siete anche educatori oltre che insegnanti? Che le due cose non sono scindibili? Che avete la grandissima responsabilità di affiancare i genitori nel condurre le nuove generazioni verso la realizzazione di sé, verso la compiutezza della loro personalità e forza, preparandoli ad affrontare le sfide della vita con competenze, strumenti e determinazione per poter sperare nel tanto auspicato “Mondo Migliore” di cui tutti parlano?
I giovani d’oggi, schiacciati da un futuro incerto e a tratti fosco, hanno bisogno di tutto il nostro aiuto e impegno sia in famiglia che a scuola dove passano la gran parte del tempo; in fondo hanno bisogno di pochi ed essenziali nutrimenti che non possiamo esimerci da somministrare: Ascolto, Comprensione, Autostima e Speranza.
Che voto vi date, esimi docenti, nella capacità di offrire questi doni preziosi? Dai racconti degli studenti traspare una realtà che troppo spesso va nella direzione opposta: i ragazzi vengono sentiti ma di rado ascoltati; i ragazzi vengono giudicati ma non compresi; i ragazzi vengono mortificati e talvolta persino umiliati senza insegnar loro cos’è l’autostima e come va alimentata e rafforzata, senza dir loro che possono farcela, che il potere di realizzare qualsiasi cosa è dentro di loro ed è immenso; i ragazzi vengono delusi e privati della speranza sopraffatti dai 3, dai 4, dai 5 invece che stimolati ad impegnarsi per risollevarsi.
Iniziamo allora con l’abolire il 3 come voto, è già eloquente a sufficienza il 4; non serve sottolineare con un voto umiliante che mai e poi mai potrai sperare di arrivare al 9 per raggiungere la media matematica del 6.
Iniziamo a mettere di fatto e anche metaforicamente una mano sulla spalla degli studenti dicendo loro: sei caduto ma ce la puoi fare, ho capito le tue difficoltà, ti aiuto.
Iniziamo a somministrare temi e verifiche più alla portata o semplicemente più brevi in modo da non travolgere gli studenti fin da subito dall’ansia di non arrivare in fondo, atterriti dal primo colpo d’occhio dato al testo.
Iniziamo a capire che noi adulti dobbiamo lavorare tutti, con impegno e fatica (eh sì gli stessi impegno e fatica che chiediamo incessantemente anche ai nostri ragazzi), con l’obiettivo ambizioso ma realizzabile di far puntare loro sempre avanti e sempre in alto, di aprire le loro menti, il loro cuore e la loro anima verso la consapevolezza (e la Speranza) che il futuro è nelle loro mani e può essere pieno di obiettivi da raggiungere, di esperienze meravigliose, di grandi traguardi e immense possibilità.
Cari professori, impegnatevi a farvi dire dai vostri studenti dei grandi Grazie e a guadagnarvi la loro stima e ammirazione, invece di raccogliere sguardi indifferenti o peggio ancora delusi e angosciati.
Chiudo con l’ultimo pensiero che riprende il primo. Commozione, rabbia e orgoglio. Orgogliosa di questa ragazza che ha capito che bisogna agire, bisogna prendere in mano la propria vita in tutti i modi possibili, continuare a sperare per se stessi e per gli altri giovani ma in fondo anche per tutti noi ottusissimi adulti.