Ambiente

martedì 8 Novembre, 2022

La siccità cancella il lago di Cei

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Dopo un'estate caldissima e con scarse precipitazioni lo specchio d'acqua è in condizioni drammatiche

Il lago come non lo si era mai visto. E come non lo si avrebbe mai voluto vedere. Se qualcuno nutre ancora dei dubbi riguardo al cambiamento climatico e ai suoi effetti vada a farsi un giro a Cei e rimarrà a bocca aperta. Scordatevi quel luogo meraviglioso, con i colori d’autunno che si specchiano nel lago. Niente di tutto questo perché lo specchio d’acqua da cartolina quasi non esiste più. E basta una rapida occhiata per capire che non si tratta di un normale abbassamento come quello che periodicamente si ripropone quando trascorre un mese avaro di pioggia. Il lago è molto più basso della media, in alcune zone si può notare perfettamente la differenza tra il livello normale, cioè la fine del prato e l’inizio di quello che era il fondale sassoso emerso in questi mesi, proprio per la mancanza prolungata di precipitazioni. Il fenomeno è più evidente nella parte a nord, dove si trova il pontile in legno, una delle mete scelte dai pescatori ma anche da bagnanti e turisti che possono scegliere se stare al sole o all’ombra e da un paio d’anni c’è anche il nuovo chiosco che prepara panini e bibite. Solitamente gli scalini terminano giusto al pelo dell’acqua, mentre ora la riva si trova 5 metri abbondanti più in là e circa due metri più in basso degli scalini. Alzando lo sguardo verso la struttura dei Vigili del Fuoco si nota come affiori la testa della statua della Madonna, immersa nel lago negli anni 70 e posta in passato a diversi metri di profondità. Guardando il lago da monte verso la strada, dal leggero pendio dove nei mesi estivi si stendono al sole molti turisti, l’effetto è forse ancora più impressionante in quanto non si fatica a scorgere il fondale fatto di sassi ricoperti di alghe. Guardando il lago dalla strada provinciale, girando la testa a nord si notano le ninfee ormai non più galleggianti e una striscia di terra che collega alla terraferma quella che una volta era una piccola isola; girando invece la testa verso il parcheggio a sud si capisce come la parte più protetta del biotopo sia quasi prosciugata e non resti che qualche pozzanghera qua e là e come la riva, una volta al limite delle recinzioni delle abitazioni, ora sia qualche metro più indietro. Per salvare il lago l’unica speranza è che il periodo di siccità finisca al più presto e le piogge che non si sono viste in estate e nemmeno in ottobre tornino con gli interessi in questi mesi. «Se piove nelle prossime settimane e mesi il lago non è in pericolo – dice Marcello Scutari, direttore dell’ufficio biodiversità della Provincia – sicuro che una stagione con un numero di precipitazioni così ridotta nella storia non c’è mai stata. Si spera che un po’ alla volta cominci a piovere e si riempia. Certo, se questa siccità dovesse prolungarsi ancora a lungo potrebbe comportare qualche rischio, nel senso che si creano vie d’uscita nuove dell’acqua e altri effetti che speriamo di scongiurare, però contiamo nelle precipitazioni. Come altri specchi d’acqua è monitorato ma, dopo la stagione primaverile ed estiva, anche un ottobre così asciutto non si è mai visto».
Non potendo alimentare il lago in maniera artificiale, l’unica speranza per i turisti, ma anche per la fauna che vive nella zona del biotopo, risiede proprio nelle precipitazioni. Il lago di Cei non è un caso isolato. In provincia a presentare un livello basso a causa dei cambiamenti climatici in atto: «Purtroppo – prosegue Scutari – quello di Cei non è l’unico lago in difficoltà, anche nel Trentino occidentale ci sono diversi casi simili e abbiamo notato fenomeni strani ovunque come le alghe presenti a quote impensabili in passato. Sono almeno 30 anni che gli scienziati ci stanno avvertendo dei cambiamenti climatici in arrivo e ora sono qua a manifestarsi in tutta la loro portata. Il lago di Cei in particolare, come altri nelle sommità, ha il suo principale apporto dalle precipitazioni. Non avendo grandi bacini di raccolta intorno e grandi immissioni d’acqua, se non piove l’acqua per riempirlo non arriva da altre parti. Purtroppo non esiste un rubinetto da aprire o un tappo per chiudere».
E il tempo, del quale molti ne stanno godendo le temperature troppo calde, è impietoso: «Quest’anno – conclude Scutari – ci sono stati quasi 600 millimetri d’acqua in meno dalle precipitazioni. Per rivedere il lago ai livelli normali servirebbe una settimana di pioggia veramente intensa, oppure un mese in cui ogni due giorni faccia qualche ora di pioggia meno intensa. Quello che solitamente accade in ottobre. Invece lo scorso mese ha piovuto un solo giorno». A questo punto non resta che aspettare, guardare in alto e sperare in un dono dal cielo.