In val di Fassa

martedì 24 Giugno, 2025

Incidente in aliante, autopsia per Davide Leonardi e Alessandro Rizzoli. L’ipotesi: traditi dal vento

di

Doppia indagine a seguito dell'incidente di domenica: la Procura indaga per disastro aviatorio

Viaggia su due binari l’inchiesta che dovrà chiarire le cause dello schianto dell’aliante biposto ASG 32 avvenuto domenica nella zona del lago di Bocche, poco sotto la cresta dell’omonima cima, a una quota di 2500 metri, in territorio di Moena, al confine tra la val di Fassa e il Primiero. Un impatto violento contro la pietraia che avrebbe ucciso sul colpo i due trentini a bordo, due imprenditori con la passione per il volo in comune e cioè Davide Leonardi, 56 anni di Ala, contitolare con il fratello della ditta «Costruzioni Leonardi», in quel momento pilota, e Alessandro Rizzoli, 55 anni, residente a Sprè di Povo, fondatore e titolare di «Artecalore srl» di Pergine Valsugana, azienda di stufe a legna e cucine personalizzate, da ieri chiusa per lutto. Entrambi erano piloti esperti, di lungo corso. E non era certo la prima volta che volavano assieme, loro che avevano preso quel velivolo in società con altri due. Domenica si erano alzati in volo poco dopo le 12 dall’aeroporto Caproni di Mattarello, approfittando della bella giornata per sorvolare i panorami mozzafiato del Trentino, arrivando fino a Moena e oltre. Prima delle 13 l’allarme di alcuni escursionisti che avevano assistito in diretta all’incidente dal bivacco Jellici. Come sia potuto succedere la doppia tragedia, se sia riconducibile a un errore umano, a un problema tecnico, a eventuali imprevisti meteo, saranno le indagini che hanno preso il via già domenica a chiarirlo.

 

Indagini di pm e Ansv
Indagini appunto. Doppie. Da una parte c’è la Procura di Trento, in particolare il pubblico ministero di turno Alessandro Clemente, che ha aperto un’inchiesta ipotizzando il disastro aviatorio colposo e che ha disposto l’autopsia sui due trentini, delegando accertamenti al Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Passo Rolle, intervenuto con il Soccorso alpino di Moena e di San Martino di Castrozza e i vigili del fuoco, anche del nucleo Saf, nell’area dello schianto posta sotto sequestro assieme a quello che rimane dell’aliante. Dall’altra, parallelamente, si è attivata anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) che già domenica ha disposto l’apertura di un’inchiesta di sicurezza e che ha inviato sul punto dello schianto un proprio investigatore. È arrivato da Roma in Trentino e ieri era già al lavoro, portato in quota dall’elicottero delle Fiamme Gialle: ha proceduto al sopralluogo operativo, per appurare i danni al velivolo sotto sequestro, per ricostruire l’accaduto, con l’obiettivo di individuare le cause dell’incidente. Non è escluso nemmeno che la Procura, per non lasciare nulla di intentato, deleghi a stretto giro a un esperto una consulenza tecnica per dare un senso alla tragedia. E non si potrà contare sulla scatola nera — in questo tipo di velivoli non esiste — quanto piuttosto sulla lettura del tracciato del gps e sul piano di volo recuperato assieme ad altra documentazione nel relitto per il quale è già stato organizzato il recupero. Anche le condizioni, la posizione in cui si trova potrà spiegare la tragedia.

 

«Piloti preparati»
«Aspettiamo l’esito delle indagini, ora sarebbero solo mere speculazioni non degne della memoria delle due vittime» le parole di Roberto Sani, presidente di Kilometro Azzurro, distretto aeronautico del Trentino, che conosceva bene Rizzoli e Leonardi. «Facciamo fatica a capire cosa sia successo, di solito non è mai un unico fattore ma una catena di fattori, tra cui spesso le condizioni meteo come una raffica di vento, un moto ventoso — prosegue Sani — Alessandro e Davide erano piloti esperti, coscienziosi, con molte ore di volo, con tutte le certificazioni, bravi nella pianificazione. Davide aveva conseguito anche bei risultati in campionati italiani ed europei. C’è rammarico e dolore. Tutta la nostra vicinanza alle loro famiglie».

 

Ipotesi raffica vento
Anche Paolo Cattani, già presidente e ora vicepresidente dell’Avio club Trento, ex pilota Alitalia e istruttore di volo a vela e da diporto, non azzarda supposizioni in merito a quanto potrebbe essere successo a Cima Bocche domenica. «Ogni ipotesi sarebbe azzardata, non rimane che attendere l’esito delle indagini» chiosa l’esperto, che in tempi passati ha fatto da istruttore a uno dei due imprenditori, se non ad entrambi. Indagini che non potranno contare sulla scatola nera. «Rizzoli e Leonardi erano piloti esperti e non avrebbero mai rischiato scendendo troppo di quota, visto il meteo di domenica penso piuttosto a qualche imprevisto, come una raffica di vento improvvisa che li ha sbilanciati».
Per Paolo Cattani sarebbe escluso anche qualche eventuale problema tecnico. «Guasti? No, questi alianti sono di alta tecnologia, delle Ferrari, estremamente avanzati — spiega l’istruttore — E volano senza motore. Se ne avvalgono solo per decollare oppure in situazioni particolari dove l’aliante non riesce a mantenersi in correnti ascensionali. Si accende il motore appunto per riprendere quota. E il volare vicino alle montagne si fa, per riuscire a sfruttare al meglio le correnti ascensionali».