Sport

giovedì 28 Settembre, 2023

In 350 ai giochi senza barriere

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Grande partecipazione di ragazzi alla manifestazione organizzata dall’Anffas
Giochi senza barriere (Foto Marco Loss)

Felicità per tutti, senza barriere fisiche o ideologiche. Un sogno che si realizza grazie a Giochi senza barriere, manifestazione ludico- sportiva che coniuga inclusione e passione per lo sport. Un progetto promosso, dal 2001, da Anffas Trentino onlus, con l’Asis, il patrocinio del Comune e della Provincia, del Comitato Paralimpico, la collaborazione della Regione Trentino Alto Adige, nonché il supporto del Commissariato del Governo di Trento con l’intervento dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza. Ieri (mercoledì 27 settembre ndr), al Campo Scuola di atletica leggera ex Campo Coni di Trento, si è svolta la diciannovesima edizione, ma quindicesima in memoria di Enrico Pancheri, storico presidente di Anffas Trentino e della Cooperativa Laboratorio Sociale. Il sole e l’aria frizzante di fine settembre hanno infuso grinta ed energia in più di 350 ragazzi e ragazze accolti dai servizi di Anffas e di altre Cooperative, che hanno gareggiato in ben nove discipline. Alle 10 il via ufficiale ai giochi, intervallati a mezzogiorno dai pasti offerti dall’Associazione Nazionale degli Alpini, per finire nel pomeriggio con le premiazioni. «Un’iniziativa all’insegna del divertimento e dello sport inclusivo, che abbraccia tutte le realtà di Anffas Trentino, ma non vuole essere un’iniziativa a circuito chiuso solo del mondo Anffas, ma anche aperta ad altre realtà che in qualche modo fanno rete con noi, tra cui la cooperativa sociale Laboratorio sociale, Grazie alla vita e Istituto Levico cure con il centro diurno», ha raccontato Linda Pizzo, Presidente di Anffas Trentino. Un evento volto ad «azzerare le differenze e valorizzarle da un punto di vista della possibilità di essere parte ed essere protagonisti per un momento di gioia, che è solo dedicato ai ragazzi». Tra i testimonial, anche quest’anno, grandi nomi del mondo dello sport tra cui Veronica Gianmoena, Gilberto Simoni, Yemen Crippa e la squadra femminile della Trentino Volley. «Noi ci sentiamo molto onorate di poter fare il nostro giocando con i ragazzi, con le persone che vengono qui. Penso che sia un evento significativo di unione tra sport, disabilità e tutti i vari sport. È veramente bello essere qui oggi e non vedo l’ora di iniziare», ha dichiarato la pallavolista Gaia Moretto, centrale della Trentino volley femminile. I giovani atleti hanno avuto la possibilità di gareggiare in ben nove discipline, grazie agli spazi e alle attrezzature disponibili nel campo, tra reti da pallavolo, canestri, ostacoli e molto altro: calci di rigore, attività assistita con gli animali (pet therapy), utilizzo di bici inclusive, bocce, quad, basket e Nordic Walking. «Ogni disciplina è co-condotta da referenti di società o dilettantistiche o figure di riferimento specializzate», ha detto Pizzo. Una giornata preparata ogni anno «da una macchina organizzativa con un motore che parte mesi prima rispetto all’evento a tutti gli effetti», che può svolgersi in primavera o in autunno a seconda delle condizioni meteo. Tutto ciò «sotto lo stretto presidio dei nostri insegnanti di educazione motoria, che coordinano e preparano per tempo nei vari centri e strutture i ragazzi, affinché arrivino qui e possano godersi appieno la giornata». Inclusione sì, ma anche tanta voglia di mettersi in gioco, con la consapevolezza che partecipare vuol dire già vincere. «Alla fine la premiazione viene valorizzata da un punto di vista di momento ufficiale, un momento di riconoscimento finale con un inno e le medaglie che vengono date un po’ a tutti i partecipanti dell’attività», ha detto la presidente. Trento, già in fermento per i preparativi del Festival dello Sport, si conferma, ancora una volta, un esempio virtuoso nella promozione dello sport inclusivo verso le disabilità. «Il Trentino ha nelle proprie corde l’anima dello sport, perché vive tantissimo sul turismo e quindi sarebbe bello riuscire sempre di più a creare l’ingranaggio per l’inclusione a tutti gli effetti», ha confermato Pizzo. «Da un punto di vista della pratica – ha proseguito – si può sempre crescere, implementare le occasioni, le opportunità. Sul fronte culturale formalmente gli aspetti di inclusività sono ormai diffusi, però da un punto di vista della sensibilità si può fare ancora molto».