Welfare
mercoledì 28 Maggio, 2025
Il sindaco di Trento infuriato con la Provincia: «Chiesti 14 alloggi Itea per i migranti in città, altri comuni nemmeno presi in considerazione»
di Redazione
Ianeselli: «Noi informati a cose fatte, così si alimenta una guerra fra poveri»

«Con una scarna nota, nei giorni scorsi il direttore generale di Itea Roberto Ceccato ha informato il Comune di Trento che “il dipartimento Salute e Politiche sociali della Provincia, in esito a specifici accordi con il presidente della Provincia”, ha chiesto alla società 14 alloggi pubblici cittadini che saranno messi “a disposizione nell’ambito dei progetti di accoglienza di migranti forzati», ovvero delle famiglie di richiedenti asilo ospitate attualmente alla residenza Adige».
Lo fa sapere una nota fatta circolare nella mattinata di oggi dal Comune di Trento
Informati dell’operazione solo a cose fatte, ieri il sindaco Franco Ianeselli e l’assessora alle Politiche sociali Giulia Casonato hanno contestato la decisione in una lettera indirizzata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, a quello di Itea Sergio Anzelini, al direttore Ceccato e, per conoscenza, all’assessore provinciale alla Casa Simone Marchiori.
Per Ianeselli e Casonato la soluzione proposta dalla Provincia presenta «evidenti vizi di merito e di metodo e pesanti ricadute negative sulla città». Perché se è vero che «il Comune riconosce la necessità di dare un alloggio adeguato alle famiglie attualmente ospitate presso la Residenza Adige», è altrettanto incontestabile il fatto «che l’accoglienza e l’integrazione di richiedenti asilo e rifugiati richiederebbero maggiore programmazione e visione per non dover ricorrere, poi, a soluzioni emergenziali come quella proposta, che non garantiscono una dignitosa sistemazione dei migranti e rischiano di compromettere la vivibilità della città».
Infatti, argomentano Ianeselli e Casonato, «la scelta di sottrarre gli alloggi ai molti nuclei familiari in graduatoria (che attendono, magari da anni, l’assegnazione) non appare pienamente coerente, non rinvenendo, nella norma provinciale, alcun appiglio che possa far venir meno la destinazione prevista dalla norma stessa; inoltre, tale scelta avrà come ovvia conseguenza non solo la frustrazione delle legittime aspettative di molte famiglie, ma l’esacerbazione dei sentimenti di ostilità nei confronti dei migranti, in una triste guerra tra poveri che mette gli ultimi contro i penultimi. La città di Trento, che vanta una lunga tradizione di accoglienza ed inclusività, non sente affatto il bisogno di alimentare questa sterile e pericolosa conflittualità».
Il sindaco e l’assessora alle Politiche sociali considerano inoltre inspiegabile «la scelta di concentrare tutte le famiglie di migranti sul territorio del Comune capoluogo, già alle prese con una pressione abitativa certo non riscontrabile nel resto della provincia». La decisione appare ancor più ingiustificata «se consideriamo che Itea ha alloggi disponibili, per i quali non vi è richiesta, in molti altri comuni della provincia».
Visto poi che uno degli alloggi da destinare ai rifugiati è di proprietà comunale, Ianeselli e Casonato sottolineano come venga in questo caso disattesa «la convenzione sulla scorta della quale Itea gestisce gli alloggi comunali, destinati a fini di edilizia pubblica».
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