L'intervista

domenica 17 Settembre, 2023

Il ministro Urso: «Centrali idroelettriche, proroga vicina. Bce e tassi, una zavorra»

di

Il ministro alle Imprese e al Made in Italy parteciperà all'assemblea di Confindustria Trento: un dibattito con la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein

La proroga delle concessioni idroelettriche del Trentino sembra farsi più vicina. «II ministro Pichetto presenterà a breve la misura sulle centrali idroelettriche». A dirlo è il suo collega Adolfo Urso, che nel governo Meloni ha la delega alle Imprese e al Made in Italy. Tecnicamente non si tratta di una proroga, ma di un rinnovo di 20 anni in cambio di un corposo pacchetto di investimenti. Il modello — aveva spiegato al Festival dell’Economia il titolare del dicastero dell’Ambiente Pichetto Fratin — è quello del «gas release», la norma che lo scorso novembre ha esteso per 10 anni le attività di estrazione dei concessionari di gas purché la vendita avvenisse a prezzo regolato dal Gse. Tant’è che a Roma la discussione sulla legge trentina, quella della proroga fino al 2029, è stata rinviata alla prossima primavera: se arriva la norma nazionale, quella provinciale viene accantonata.
Domani il ministro Urso parteciperà ad un dibattito con la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein all’assemblea di Confindustria Trento, a pochi giorni dall’assemblea nazionale di Confindustria, dove il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha chiesto alla politica di non cavalcare le paure.

Ministro Urso, condivide questo appello?
«Sono d’accordo con lui: non vanno alimentate le paure ma evocate le soluzioni, come fa il governo Meloni sia nell’affrontare la grande epocale migrazione che preme sull’Europa attraverso l’Italia, sia nella gestione del Pnrr: pragmatismo e determinazione. Guardiamo al presente senza paraocchi ideologici e lavoriamo per costruire un futuro migliore».

All’evento di Riva parteciperà da remoto, in collegamento da Roma perché a Roma, domani, è convocato il Consiglio dei Ministri.
«Purtroppo non riesco con i tempi ad essere in Trentino e tornare in tempo nella capitale. E a questo proposito, spero che presto possa essere riattivata la tratta aerea Bolzano-Roma, così come avverrà dal 25 settembre per quella Verona-Roma, così da facilitare spostamenti più celeri. Ho incontrato su questo i vertici di SkyAlps e sono convinto che la compagnia abbia un ottimo piano di sviluppo per collegare gli aeroporti minori ma importanti nel tessuto sociale e produttivo italiano. Ci vuole più competizione nel trasporto aereo e più rispetto degli utenti».

Tornando ai temi dell’Assemblea nazionale di Confindustria, il presidente Bonomi ha posto l’accento su investimenti e cuneo fiscale. Come si muove su questi due punti il governo Meloni?
«Sono i due binari su cui costruiamo lo sviluppo del Paese: incentivare gli investimenti per allargare la base produttiva e tagliare il cuneo fiscale per aumentare i salari. Buoni sono i riscontri già in questo anno: la Borsa italiana è cresciuta del 20 per cento, la migliore performance in Europa, gli investimenti esteri sono cresciuti per la prima volta più in Italia che in Francia e Germania, abbiamo raggiunto il record storico di occupazione nel secondo trimestre di questo anno con 395mila nuovi posti di lavoro».

E guardando al futuro?
«Siamo preoccupati della grave congiuntura internazionale che avrà ripercussioni anche nel nostro Paese nella seconda parte dell’anno, per l’aumento del costo del petrolio, la grave recessione tedesca, la crisi della Cina. Anche per questo ci è sembrato inappropriato l’ulteriore rialzo dei tassi di interesse della Bce: una zavorra alla crescita».

E cosa farete in questa direzione?
«È nostra intenzione destinare gran parte delle risorse che dovrebbero giungere dalla revisione del RepowerEU per sostenere le imprese nella duplice transizione green e digitale: 4 miliardi al piano Transizione 5.0, 2 miliardi alle imprese che producono tecnologia green come pannelli solari, batterie elettriche. Poi 1,5 miliardi agli impianti di energia rinnovabili ai fini dell’autoconsumo industriale e 320 milioni alla Sabatini green. Un ulteriore volano per la crescita. Inoltre, nella manovra economica renderemo strutturali i due tagli al cuneo fiscale già realizzati quest’anno. Nessuno prima di noi vi era riuscito».

Dal canto suo, il presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana, ha sollevato nei giorni scorsi il tema della denatalità e della carenza di manodopera, che in futuro minaccia il bilancio provinciale. Chiede alla politica di trovare il modo di richiamare stranieri, vista la flessione demografica locale.
«In ogni atto questo governo ha sostenuto la natalità e le famiglie numerose. È una costante di ogni intervento, in termini culturali, finanziari, normativi. Inoltre, abbiamo aumentato i flussi di migranti regolari, in agricoltura, turismo, edilizia e industria manifatturiera, e predisponendo nuove misure per formarli nei Paesi d’origine».

Sulle coste italiane di stranieri ne stanno arrivando molti in questi giorni, molti dei quali inizieranno l’iter per la richiesta di asilo. Per legge, dopo 60 giorni sul territorio, in attesa del pronunciamento sul loro status, potrebbero lavorare. Perché non investire su di loro attraverso un orientamento professionale?
«Noi dobbiamo premiare chi giunge al nostro Paese attraverso i canali regolari, ma nel contempo contrastare la migrazione clandestina, altrimenti il fenomeno continuerà a crescere diventando ingovernabile. Credo che anche l’Europa lo abbia capito. Oggi a Lampedusa vi sarà anche la presidente della Commissione europea Von der Leyen con Giorgia Meloni».

In questi giorni si è posto anche il tema dell’occupazione femminile che in Trentino è sopra di 10 punti alla media nazionale, ma sotto di 10 a livello di media europea. Confindustria del Trentino chiede alla Provincia investimenti per rendere strutturali i servizi di conciliazione, oltre la politica dei bonus. Lei cosa pensa?
«L’occupazione femminile è cresciuta in questi mesi e intendiamo supportare questo trend con tutti gli strumenti a disposizione del governo, a partire dal Pnrr. Tutto quel che va in questa direzione, per favorire occupazione femminile e natalità, va sostenuto in ogni ambito».

Prima ha toccato il punto dei tassi di interesse. Come intende muoversi il governo?
«Con l’approssimarsi della scadenza, al 31 dicembre 2023, delle misure speciali e transitorie che hanno riguardato il Fondo di garanzia, siamo adesso impegnati nel definire una riforma operativa a tutela delle Pmi appartenenti alle fasce di rating più basse. Rifinanzieremo, come ho detto, la legge Sabatini che interviene appunto sugli interessi per gli investimenti delle imprese, utilizzando anche le risorse provenienti dalla tassazione sugli extraprofitti delle banche, così come il sostegno al mutuo per le famiglie meno abbienti».

Su questo punto la Bce la pensa in modo diverso…
«La Bce deve smetterla nel considerare solo il dato inflattivo, in questo momento serve stimolare la ripresa, non deprimerla».

E sull’idroelettrico? Quando si conta di chiudere la partita dei fondi Pnrr, e come si conta di procedere sulle centrali in scadenza, tema che riguarda da vicino il Trentino?
«Il ministro Pichetto presenterà a breve la misura sulle centrali idroelettriche, che rappresentano un patrimonio energetico per il Paese. Siamo d’accordo su tempi e modalità».

Ministro, il prossimo ottobre qui si voterà per il rinnovo del Consiglio provinciale, e lei questo territorio lo conosce bene perché è stato il commissario di Fratelli d’Italia in Trentino. Sta seguendo l’evolversi della situazione politica?
«Preferisco dedicare tutte le energie a guidare il ministero delle Imprese e del Made in Italy per realizzare la politica industriale che serve al Paese».

Cosa pensa comunque dell’esperienza di questi cinque anni della giunta Fugatti, e quale valore aggiunto potrebbe portare il suo partito a una prossima eventuale compagine di governo?
«Il supporto del primo partito del Trentino e del partito che esprime la leadership di Giorgia Meloni. La forza propulsiva del Paese e presto dell’Europa».

Tra Fratelli d’Italia e Lega, qui in Trentino, si susseguono continue scaramucce. Prima la contrapposizione Fugatti-Gerosa, poi le divisioni sulla gestione dei grandi carnivori. Che succede davvero? Forse non si accetta fino in fondo che il più grande partito del centrodestra abbia dovuto lasciare la leadership a un esponente leghista?
«Non intervengo sulle questioni locali. L’ho fatto da commissario del partito, credo con qualche lusinghiero risultato: eravamo l’ultima forza politica ed ora siamo la prima. Ma ora tocca agli altri giudicare ed agire».