Alloggi

domenica 7 Dicembre, 2025

Ianeselli: «Pronti a rimettere in moto i 5000 alloggi vuoti. Ma su canone moderato serve la Provincia»

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La proposta del sindaco: «Neolaureati negli studentati per un periodo»

Sul tema delle foresterie e degli alloggi per lavoratori pubblici serve un intervento statale, mentre per agire sul canone moderato bisogna mettere mano alla legge provinciale.
Nel frattempo, però in città si può intervenire sulla situazione degli alloggi sfitti e fare quanto più possibile per mettere più alloggi possibile a disposizione, migliorando la fiducia dei locatori – con iniziative come quella della Fondazione Trentino Abitare, ex LocAzione, sostenuta dal Comune – ma anche pensando a misure per trattenere i giovani in città, ad esempio prevedendo la possibilità di trattenere più a lungo negli studentati quei neolaureati che vorrebbero lavorare sul territorio ma non trovano soluzioni economiche alla loro portata.
Questa la visione del sindaco di Trento, Franco Ianeselli sulla disponibilità di alloggi per i lavoratori – pubblici e privati – in città.
Ieri sul T il segretario della Flp, Giuseppe Vetrone aveva parlato di emergenza, sul lato pubblico con uffici che hanno carenze di organico anche del 50%: «Quando i giovani arrivano qui sono convinti di coronare il loro sogno. Invece, si trovano con uno stipendio netto di 1900 euro a fronte di un costo della vita molto più alto». A cominciare proprio dalla casa, con affitti proibitivi e l’impossibilità di acquistare casa senza genitori alle spalle. Motivo per cui Vetrone ha suggerito di recuperare il vecchio sistema delle foresterie: «Bisogna tornare a mettere a disposizione dei lavoratori alloggi servizio, come si era fatto in passato. Abbiamo chiesto allo Stato di un piano di realizzazione o di recupero appartamenti».
E qui si inserisce l’intervento del sindaco:
«La questione dell’abitare è complessa e riguarda riguarda i lavoratori del pubblico ma anche del privato – spiega Ianeselli – Da un lato la città e il territorio piacciono, perché c’è l’atmosfera della città universitaria, la montagna che ci circonda, la qualità della vita elevata, non solo perché lo dice la classifica del Sole 24 ore ma perché lo si è visto e lo si vede nel tempo. Dall’altro lato, però il livello degli stipendi rapportato al costo della vita e delle abitazioni scoraggia. Una situazione confermata negli anni dal movimento al di fuori dei confini cittadini, da Besenello a Lavis, Valle laghi e altre zone Anche a Povo – racconta il sindaco – alcuni giovani mi dicevano che se non hanno la casa dei genitori o il loro aiuto, trovare un alloggio diventa quasi impossibile». Che fare, quindi, per risolvere o almeno migliorare la situazione? «Ci sono circa 5000 alloggi sfitti in città – continua Ianeselli – Dobbiamo fare il possibile per metterli a disposizione. In questo senso la fondazione Abitare, che raccoglie l’esperienza di LocAzione è un buon modo per creare fiducia. Ci sono tanti proprietari che non affittano per paura. Un altro filone possibile è di rigenerare alcuni luoghi, per farlo serve Itea, ma non solo, non c’è una ricetta facile».
E sulla proposta di Vetrone di reintrodurre le foresterie, aggiunge: «Se gli organi statali vogliono intervenire e reintrodurli, ben vengano, potrebbe essere una soluzione in parte». Intanto il comune sta lavorando anche su un altro fronte ossia quello di determinare il cosiddetto «living wage», ossia il salario giusto per vivere in città: «Stiamo facendo delle analisi per capire qual è la retribuzione che serve a Trento per vivere bene in città». Un tema che si collega anche alla possibilità di trattenere i giovani laureati sul territorio: «Servono stipendi più alti, non rassegniamoci al fatto che i salari siano bassi, dopodiché si può pensare di trattenere i giovani laureati negli studentati per un periodo in più e si può pensare di moderare i canoni, ma per farlo bisogna intervenire sulla legge provinciale».