Cronaca

venerdì 29 Marzo, 2024

Furti in val di Non: arrestato un 35enne. Riconosciuto dalle impronte digitali, negli anni aveva fornito quattro nomi diversi

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La foto del passaporto è stata processata con un sistema automatizzato di riconoscimento delle immagini che ha consentito di attribuire il volto del sospetto a quella di un cittadino albanese arrestato dai Carabinieri nel 2017 alla frontiera italo-francese di Ventimiglia (IM), poiché ricercato per espiare una condanna definitiva per reati contro il patrimonio

Prosegue l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Cles per contrastare i reati predatori e, in particolare, i furti in abitazione commessi in Val di Non, soprattutto nell’arco degli orari serali e notturni. Dispiegate ogni giorno svariate pattuglie con il compito di garantire la massima sicurezza ed il controllo dei territori dei Comuni nonesi, con particolare attenzione rivolta alle zone più isolate ed alle frazioni della bassa e dell’alta valle. Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi perlustrativi, svolti impiegando militari di 15 Stazioni e del Nucleo Operativo e Radiomobile del principale centro noneso, nel tardo pomeriggio di martedì scorso, si è proceduto al controllo di un cittadino straniero 35enne, che si aggirava a piedi in una frazione del Comune di Predaia. Lo stesso presentava un passaporto albanese con visto d’ingresso in Italia e, con quelle generalità, non risultava alcun precedente. Ai militari del Nucleo Radiomobile di Cles, però, la presenza di quel soggetto tra le case di quella frazione non convinceva.
L’intuizione degli operanti si è rivelata corretta, infatti, la foto del passaporto, è stata processata con un sistema automatizzato di riconoscimento delle immagini che ha consentito di attribuire il volto del sospetto a quella di un cittadino albanese arrestato dai Carabinieri nel 2017 alla frontiera italo-francese di Ventimiglia (IM), poiché ricercato per espiare una condanna definitiva per reati contro il patrimonio commessi all’epoca in Provincia di Vicenza. Ovviamente, le generalità riportate sul documento non corrispondevano a quelle del soggetto in questione.

A quel punto i militari del Nucleo Radiomobile di Cles hanno proceduto alla compiuta identificazione mediante la comparazione delle impronte digitali, da cui è emerso che il soggetto era censito in banca dati con 4 diverse generalità fornite nel corso degli anni e che comunque era irregolare sul territorio nazionale poiché, appunto, già espulso nel 2017 con accompagnamento alla frontiera italo-albanese. Ne è conseguito l’arresto per violazione dell’articolo 13 del Testo Unico sull’Immigrazione, essendo rientrato in Italia prima dei dieci anni dall’ultima espulsione. Il Giudice del Tribunale del capoluogo trentino ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in attesa del processo. Inoltre, gli è stato anche notificato un nuovo Ordine di carcerazione per il ripristino della condanna che gli era stata sospesa nel 2017 proprio in relazione alla sua avvenuta espulsione. Il soggetto è attualmente ristretto presso la Casa Circondariale di Trento dove attenderà in custodia cautelare il processo relativo al reato per il quale i Carabinieri di Cles hanno proceduto al suo arresto, inoltre, dovrà scontare un residuo di 9 mesi e 5 giorni di reclusione per i reati per i quali fu fermato a Ventimiglia nel 2017, pena che non aveva terminato di scontare in quanto “condannato espulso”.

Infine, all’atto del suo arresto, i militari operanti sono risaliti alla sua abitazione in Val di Non dove soggiornava provvisoriamente assieme ad altri due suoi connazionali, risultati regolari, ma che in fase di perquisizione sono stati trovati in possesso di una modesta quantità di hashish, evidentemente ascrivibile all’uso personale, e pertanto segnalati al Commissariato del Governo quali assuntori di stupefacenti.