Il festival
domenica 29 Settembre, 2024
Federico Faggin, l’inventore dei microchip: «Il computer non capisce un tubo. È solo un insieme di interruttori»
di Redazione
Il fisico è intervenuto al Wired Next Fest di Rovereto: «L’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire il pensiero umano»
«I sentimenti vanno oltre i numeri. Perciò l’intelligenza artificiale, fatta appunto di numeri, non potrà mai sostituire il pensiero umano». Ne è convinto il fisico, inventore e imprenditore Federico Faggin, che questa mattina al Wired Next Fest di Rovereto ha voluto lanciare una provocazione: «Il computer non capisce un tubo. È un insieme di interruttori. A differenza del corpo umano, che invece è composto dai 30 ai 50 trilioni di cellule, ciascuna delle quali contiene il tutto».
Un invito, dunque a non considerare scienza e spiritualità come antagoniste. E a prendere il buono dell’intelligenza artificiale «per esempio la capacità di farci risparmiare tempo», senza «credere che possa sostituire la nostra capacità di pensare e collegare le informazioni tra loro, perché la creatività è una caratteristica tutta umana», ha detto durante l’evento «Al confine tra scienza e spiritualità» al Teatro Zandonai. Il padre nobile del microchip, autore del saggio «Oltre l’invisibile», ha lanciato un accorato appello alla riscoperta del libero arbitrio, inteso come capacità di attribuire significato alla realtà e dunque di sostituire la competizione con la cooperazione umana per dar vita a un nuovo Rinascimento.
Faggin ha poi ribadito l’importanza e il ruolo chiave della scienza. Cosa diversa «da cui guardarsi», lo «scientismo», ossia quella corrente che nega l’esistenza della coscienza e del libero arbitrio. «Proprietà naturali» che invece, per l’inventore italiano naturalizzato statunitense, servono proprio per aiutarci a comprendere i fenomeni che ci accadono intorno.
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