Tribunale minori

martedì 23 Aprile, 2024

«È lei in quel video osé», a processo compagno di classe

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Studente di 16 anni accusato di diffamazione. Effettuata anche una perizia per identificare la ragazza protagonista

Sedici anni, studente delle superiori, dovrà presentarsi a processo davanti al tribunale dei minorenni di Trento per rispondere del reato di diffamazione nei confronti di una coetanea e compagna di classe. Che a suo dire sarebbe stata la protagonista di un video osé, senza veli, finito nelle chat di alcuni ragazzi. Ma la giovane ha negato: «Quella non sono io». Peccato che sarebbe stata smentita da una perizia disposta ed effettuata da un tecnico informatico, attraverso il riconoscimento facciale. E questo certo sarà un punto su cui la difesa dell’adolescente rinviato a giudizio potrebbe puntare molto in aula, per far cadere l’accusa di diffamazione. Intanto, a quanto trapela, sarebbe in corso una trattativa con la famiglia della giovane per un possibile risarcimento.

Altra posizione stralciata
E a dire il vero c’è anche un altro sedicenne finito nei guai con la giustizia, indagato per lo stesso reato dopo che i genitori della minore hanno formalizzato querela. La posizione di quest’ultimo è stata però stralciata poiché si trova a rispondere anche di un’ulteriore accusa, quella cioè di detenzione di materiale pedopornografico. Nel corso della indagini infatti gli inquirenti avevano analizzato il contenuto del suo cellulare trovando anche scatti e video con immagini di sesso tra minori. La sua posizione è quindi più grave. Ma deve ancora essere definita dall’autorità giudiziaria

La ricostruzione
La vicenda risale al 2020. Allora la ragazza in questione avrebbe condiviso in una chat Instagram un video con una giovane ammiccante e svestita. Sequenze, queste, che sono poi state condivise da almeno un «partecipante» alla conversazione in un’altra piattaforma, su WhatsApp. E quelle immagini sexy sono state anche diffuse di telefonino in telefonino. Da più di qualche ragazzo. Due quelli finiti nei guai, accusati di aver attribuito quelle sequenze alla compagna di classe, che invece nega.