Burle online

sabato 1 Aprile, 2023

Dalla spa di lusso in Valsugana, al passaggio segreto a Cavalese: i pesci d’aprile «ufficiali» nelle valli

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Scherzano anche profili social di comuni e sindaci. Una giornata di «fake news»

«L’amministrazione comunale di Castel Ivano ha ottenuto il tanto atteso riconoscimento ministeriale delle proprietà curative dell’ “Acqua del Vesco”, che nasce dall’omonima sorgente di località Primalunetta. Grazie ai cambiamenti climatici la sorgente termale, la più alta dell’arco alpino, registra ora una temperatura superiore ai 20° ed è ricca di zolfo, magnesio, calcio, sodio e iodio, che la rendono particolarmente indicata per la cura delle malattie reumatiche, delle articolazioni e per il trattamento omeopatico del mal de la prìa». Così un post del Comune di Castel Ivano, in Valsugana, a inizio giornata. Un bel pesce d’aprile, naturalmente. Cui i cittadini hanno abboccato consapevolmente, con commenti altrettanto ironici. Vesco, peraltro, è il cognome del sindaco. Qualche cittadino, lettore, navigatore, ha commentato anche: «L’inizio del “pesce” era credibile, poi vi siete fatti prendere la mano…». Ecco, infatti, le righe successive: «Il Comune ha già presentato, a valere sui fondi Pnrr, un progetto di valorizzazione di questa importantissima risorsa del territorio, ed entro il 2026 realizzerà in quota un hotel spa di lusso di 200 posti letto, per un investimento complessivo di 12 milioni di Euro, dotato di tutti i servizi più moderni e accattivanti: otto vasche riscaldate a temperature variabili tra 32 e 36 C°, piscina riscaldata all’aperto, fosse idromassaggio, vasca interna salata, saune, bagno turco, sauna finlandese».

La voglia di scherzare ha percorso trasversalmente web e social nelle valli trentine. E sono state spesso proprio le istituzioni a lanciare il «pesce» d’aprile nel mare magno dei commenti online. Restando in Valsugana, i profili Facebook di Enrico Galvan, sindaco di Borgo, e di Mirko Montibeller, primo cittadino di Roncegno, contenevano un fotomontaggio di una notizia giornalistica che annunciava la fusione dei due comuni, con tanto di firma dei due sindaci nientemeno che a Bruxelles. In Val di Fiemme, ad esempio, è stato il Palazzo della Magnifica Comunità a prendere per il naso i lettori su Facebook: «Scoperto dopo secoli un cunicolo nascosto al Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. Un cunicolo segreto che collega il Palazzo della Magnifica alla pieve di Santa Maria Assunta: è l’eccezionale scoperta condotta da un team di ricercatori dell’università di Padova dopo anni di ricerche d’archivio e sondaggi archeologici condotti con i più sofisticati strumenti». Un «pesce» ben confezionato quello cucinato dagli storici dell’arte della Magnifica e reso credibile con altri dettagli tecnici: «I sotterranei del Palazzo, la cui cantina non era stata ancora indagata approfonditamente, nascondono dietro al muro con pietre a vista uno stretto cunicolo scavato nella roccia verosimilmente all’inizio del XV secolo come lasciano intendere i segni di scalpello trovati su alcune delle rocce più grandi. Il passaggio, che attraversa diagonalmente il cortile del revellino, scende lungo la via di San Sebastiano costeggiando l’omonima chiesa per sbucare, dopo circa 180 metri, in prossimità della pieve dove in autunno verranno fatti degli ulteriori lavori per riportare alla luce la galleria che, in un prossimo futuro, si pensa di aprire al pubblico». Descrizione corredata anche da un’immagine fake.

Un questionario popolare «per rendere il nostro paese più bello di Darzo, ma mai come Condino». È quello che con tutti i crismi (linguaggio burocratico e stemma comunale) alcuni burloni hanno diffuso a Storo. Stralunate le domande del documento, che tirano in ballo su fronti nazionali (la conduzione di «Amici», ad esempio) personaggi locali, che scherzano sulle opere pubbliche («volete un’altra ennesima tettoia alla colonia di Faserno?») e sulla linea (non quella politica…) del sindaco (la proposta rivolta ai cittadini è se metterlo a dieta o meno).