Storie di volontariato

lunedì 30 Giugno, 2025

Dal Trentino al Malawi: «Con 2.500 euro abbiamo cominciato a costruire un asilo»

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Silvia Orri, cooperatrice internazionale: «Supportiamo 28 scuole in un'area rurale. Funzionano grazie ai contributi volontari»

«We are building more than walls», stiamo costruendo qualcosa di più grande di semplici mura. È questo il titolo prescelto per la raccolta fondi promossa su Gofundme per la costruzione di un asilo in Malawi, precisamente nel villaggio Chimphanga. La raccolta fondi, partita alcuni mesi fa, ha ottenuto finora 2.500 euro, sufficienti per posare le prime pietre dell’asilo Chikondi, che tradotto vuol dire «amore». L’iniziativa è promossa dall’associazione Dapp Malawi. Una delle collaboratrici dell’associazione è una giovane trentina di 36 anni, Silvia Orri, che alle spalle ha già numerose iniziative di cooperazione internazionale: dopo aver studiato cooperazione internazionale, specializzandosi poi in antropologia, ha avuto diverse esperienze di cooperazione in Sudamerica, prevalentemente in Brasile e in Colombia, dove ha convissuto con comunità indigene per studiarne la resistenza al modello di vita occidentale.

 

A Trento ha lavorato nel settore della migrazione e, successivamente, ha svolto un’esperienza di servizio civile universale per un anno in Uganda. Da inizio gennaio ha preso parte alla scuola Lindersvold della Danimarca, che prevede un programma di dieci mesi: i primi tre in una scuola di cooperazione internazionale, sei mesi (da aprile a fine settembre) in Malawi collaborando con l’associazione Dapp, l’ultimo mese di restituzione di quanto appreso e svolto.

 

Entrando più nel dettaglio, Silvia Orri ci spiega in cosa consiste la sua collaborazione con l’associazione malawiana. «Opero prevalentemente su due fronti. Il primo è quello di supporto degli asili, la seconda è la collaborazione all’interno di un college di formazione per futuri insegnanti di scuole elementari» spiega. «L’associazione supporta ventotto asili in questa zona rurale in cui ci troviamo. Il supporto è principalmente orientato nella consulenza, in corsi di formazione e aggiornamento. Abbiamo poi un piccolo budget, pari a 50 euro al mese, per la manutenzione delle strutture».

 

Il volontariato risulta dunque essere fondamentale per i bambini più piccoli e per le loro famiglie. «Il fatto è che in Malawi l’educazione dai 3 ai 5 anni non è supportata dal governo. I villaggi e le comunità gestiscono l’educazione in quella fascia d’età tutto a livello di volontariato. Le insegnanti sono volontarie, così come volontari sono i comitati di gestione e i comitati di mantenimento delle strutture. L’unico supporto che il governo dà si concretizza in un supporto nei corsi di formazione e aggiornamento» prosegue Orri. «Io qui in Malawi collaboro con il supervisore del progetto degli asili e con due altre persone, una colombiana e una brasiliana. Io sono l’unica italiana. Giornalmente visitiamo questi ventotto asili, a rotazione, per fornire il nostro supporto. Si tratta di strutture molto basiche, ma serve comunque un gran lavoro per mantenerle. Un’altra parte della nostra attività consiste nella sensibilizzazione dei genitori e dei capi villaggio».

 

L’attenzione all’educazione, da parte della gente comune, è molto elevata. «L’educazione è un motivo di orgoglio nelle zone rurali. La raccolta fondi per la costruzione di un asilo è partita da un villaggio che non aveva una propria struttura. Sono stati a loro a chiederci di dargli una mano, perché si vergognavano a mandare i figli negli asili vicini. Da parte delle persone c’è tanta attenzione all’educazione. Le difficoltà possono sorgere con alcuni capi villaggio, che qualche volta non sono interessati» spiega, tornando poi all’asilo nel villaggio Chimphanga.

 

«Le persone del villaggio avevano iniziato a produrre da sé i mattoni per la costruzione, ma con l’arrivo della stagione delle piogge, a novembre-dicembre, tutto si era fermato. Sono state queste persone a chiederci una mano per raccogliere i fondi necessari per comprare i mattoni e gli altri materiali basici per la costruzione. Una volta che sono arrivati i mattoni le persone hanno iniziato subito a costruire lo scheletro della struttura. Ora noi ci siamo impegnati, un po’ alla volta, a comprare i materiali base per completare questo scheletro, ossia gli infissi, le porte, le travi, le lamiere per il tetto, per poi arrivare ai lucchetti, alla calce e alla pittura».

 

Ogni piccolo aiuto economico è dunque fondamentale. Così conclude infine Silvia Orri: «Ci tengo a sottolineare che l’approccio di Dapp non è paternalistico, pretenzioso o etnocentrico. Tutto è portato avanti attraverso una visione comune di futuro, educazione e solidarietà con le comunità rurali. Da parte mia non c’è nessun pietismo, ma tanto rispetto per queste persone che anche in condizioni spesso instabili trovano le soluzioni per far sì che i cambiamenti necessari avvengano. È un’ispirazione quotidiana».