IL FATTO

venerdì 5 Aprile, 2024

Coltivavano piante di marijuana nell’orto: condannati zio e nipote di Mori

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La coltivazione casalinga è stata scoperta dai carabinieri che hanno trovato anche 300 grammi di hashish in casa, della cannabis essiccata e un bilancino di precisione
Marijuana serra

Zio e nipote, di Mori, sono stati condannati ieri dalla giudice Monica Izzo per detenzione di sostanze stupefacenti e coltivazione di marijuana. Il nipote, un giovane poco più che trentenne, di ritorno da un viaggio in Brasile subito dopo la pandemia ha deciso di coltivare marijuana per utilizzo personale. Ha così avviato, nell’orto di famiglia di Mori, la coltivazione di diverse piante di cannabis, questo almeno è quanto è stato dichiarato ieri dalla madre del giovane interpellata dalla difesa, l’avvocato Nicola Canestrini. Le piante sono state scoperte dai carabinieri di Mori a seguito di una segnalazione e un’attenta operazione di investigazione per accertare i fatti. Nel luglio del 2022, dopo alcuni giorni di appostamento per verificare se fosse in corso anche un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri guidati dal maresciallo Giorgio Dellagala hanno bussato alla porta del giovane moriano. In casa hanno trovato della cannabis predisposta ad essiccare e in giardino oltre una decina di piante in coltivazione. Nell’abitazione dello zio del giovane, un uomo di sessantuno anni, sono stati trovati anche 300 grammi di hashish e un bilancino di precisione. Per questo, fra i capi d’imputazione a suo carico confermati ieri dalla pm Cecilia Costa anche quello di spaccio di sostanze stupefacenti. La pm ha chiesto per entrambi una pena di oltre due anni e 10 mila euro.
La giudice Monica Izzo del tribunale di Rovereto ha emesso sentenza di condanna per lo zio a 1 anno e 5 mesi di reclusione con la sospensione della pena, oltre a 4.100 euro di multa. Il nipote è stato condannato a 1 anno e 4 mesi con la sospensione condizionale della pena oltre a 4.000 euro di multa.