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mercoledì 26 Ottobre, 2022

Caro energia, niente acqua calda nei bagni dell’ateneo per ridurre i consumi

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Il direttore generale, Alex Pellacani, ha comunicato la decisione: i costi sono aumentati del 400% per l’elettricità e del 300% per il gas naturale

Gli effetti dell’attuale crisi energetica non hanno risparmiato l’Università di Trento, che per far fronte all’aumento delle spese ha intrapreso alcune misure, tra le quali lo spegnimento dell’acqua calda nei bagni dell’ateneo. Queste decisioni – che comportano alcune privazioni per coloro che frequentano gli ambienti universitari – sono giustificate dalla necessità di limitare i consumi di elettricità e gas, riducendo così l’impatto ambientale dell’università e arginando l’incremento già sostanzioso dei costi da sostenere. La scelta è stata notificata alla comunità studentesca tramite una mail inviata il 24 ottobre dal direttore generale, Alex Pellacani:

«Carissima e carissimo – esordisce la mail di Pellacani – come puoi immaginare, la situazione energetica che stiamo vivendo a livello nazionale e internazionale ha ripercussioni pesanti anche sulla gestione degli edifici della nostra università. Solo nell’ultimo anno, ad esempio, i costi sono aumentati del 400% per l’elettricità e del 300% per il gas naturale». Aumenti insostenibili.
«Il percorso che l’Ateneo ha avviato da alcuni anni per ridurre la propria impronta ecologica è un primo passo – ha aggiunto – Ma in questa situazione non è abbastanza: per limitare i consumi di energia elettrica e gas naturale servono azioni mirate e comportamenti ancora più virtuosi. Va in questa direzione, a livello nazionale, il DM 383 del 6.10.2022 che obbliga a posticipare l’accensione del riscaldamento di 8 giorni e impone una riduzione di un’ora al funzionamento giornaliero degli impianti. Inoltre, lo stesso Decreto prevede che negli ambienti interni la temperatura media dovrà passare dagli attuali 20°C a 19 °C, con una tolleranza di 2°C».
Misure da subito condivise dall’ateneo, che rilancia. «UniTrento ha deciso da subito di fare proprie queste misure, di contenimento delle temperature e dei consumi, spegnendo anche gli impianti a servizio dell’acqua calda sanitaria, per il lavaggio delle mani – ha scritto il direttore – Con questi interventi contribuiremo indubbiamente a risparmiare gas ed energia, ma un po’ si ridurrà anche il comfort nei nostri ambienti. Per cercare di limitare quanto possibile il disagio cerchiamo di prestare attenzione alle buone abitudini: ad esempio, limitiamo l’apertura delle finestre nelle ore più fredde, spegniamo le luci quando non necessarie e indossiamo abbigliamento un po’ più caldo e adeguato alla stagione invernale. Lavoriamo insieme per ridurre la nostra impronta ecologica personale e quella del nostro Ateneo».

La comunicazione istituzionale arriva in un momento complicato per gli studenti dell’università, che hanno già dovuto fare i conti con la difficile ricerca di un alloggio – un problema onnipresente nella vita dei fuorisede a Trento – e con il recente aumento dei prezzi degli affitti. La decisione dell’ateneo è però comprensibile alla luce della situazione emergenziale in cui ci troviamo attualmente: il risparmio energetico è una questione indubbiamente significativa per tutti i cittadini, costretti ad affrontare rincari molto gravosi e quindi ad economizzare ulteriormente sui consumi domestici; in questo momento anche la comunità universitaria – che l’ateneo invita alla cooperazione e ad un comportamento responsabile – dovrà adattarsi ad alcuni provvedimenti finalizzati alla gestione della crisi.