il caso

venerdì 7 Aprile, 2023

Caldes, aggredito e ucciso dall’orso. Trascinato nel bosco per 70 metri

di

Andrea Papi, corridore di montagna di 26 anni, si scontra con il plantigrado mentre si allena vicino a malga Grum. Poco prima aveva postato un video della natura con la parola «Peace»

Poche decine di minuti prima, forse un’ora, filma la meta con il suo telefono. Una ripresa a 180 gradi di malga Grum, sopra l’abitato di Caldes, in val di Sole. Si vedono i casolari, il bosco, i raggi offuscati dalle nuvole. E la sua ombra stampata sulla via sterrata. Pubblica il video sui social accompagnandolo con una parola che, poi, farà venire i brividi: «Peace». Quella «pace» che sarà infatti interrotta poco più tardi. Riscendendo a valle, Andrea Papi, corridore di montagna di 26 anni, incontra un orso nel tragitto. Otto ore dopo, in piena notte, viene ritrovato senza vita sotto il ciglio della strada con i segni dei graffi e dei morsi dell’animale sul corpo. La Procura ha disposto l’autopsia per accertare la causa esatta della morte. Resta aperta l’ipotesi del malore e della successiva aggressione, ma le prime ricostruzioni non lasciano spazio a dubbi: il ragazzo è stato attaccato dall’esemplare mentre correva. «Questo è il momento del dolore, quindi credo che vada fatto quel che è giusto nel rispetto delle persone interessate in questo particolare momento», sono state le prime dichiarazioni di Maurizio Fugatti. Allo stesso tempo, già nella mattinata di ieri, il governatore trentino ha comunicato le sue decisioni al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica: se l’esame autoptico dovesse confermare l’attacco fatale dell’orso, sarà firmata un’ordinanza di abbattimento del plantigrado. Un caso che pone interrogativi su Life Ursus: un progetto di ripopolamento che Fugatti vorrebbe ridimensionare.
La corsa nel pomeriggio
Andrea Papi abitava a Caldes con la famiglia e la compagna. Aveva fatto mille lavori. Laureato in Scienze motorie a Ferrara, la sua vera passione era lo sport. Il trail running in particolare: la corsa in montagna. Mercoledì pomeriggio, attorno alle 16, il ragazzo esce di casa con i suoi bastoncini da trail. Si dirige sul Peller, il monte che lo ha visto crescere, popolato, ora, da una ventina di orsi. Si inoltra nel bosco. Alle 17 arriva a malga Grum, a quota 1.525 metri. Si ferma per prendere fiato e godersi il paesaggio. Prende il telefono, fa un video e lo pubblica su Instagram. Un attimo di felicità che ha voluto condividere con i suoi amici, in diretta.
L’aggressione
Il tempo di rilassarsi qualche minuto e poi riprende a correre verso casa. Scende fino a quota 1.150 metri, lungo un sentiero adiacente alla stradina forestale in cemento. In mezzo al bosco. Prima di fare l’ennesimo tornante, forse intorno alle 18, si trova a tu per tu con l’orso. L’esemplare lo attacca. Le tracce di sangue partono dalle sterpaglie poco sotto la stradina. I forestali non hanno dubbi sull’aggressione. Il ragazzo sarebbe stato scaraventato nella scarpata, facendogli «tagliare» il tornante. Avrebbe provato a difendersi con un bastone. Sulla strada è stato ritrovato un ramo con la punta macchiata di sangue. Il plantigrado lo ha trascinato ancora più in giù, nel pendio.
L’allarme e poi le ricerche
Alle 19 il ragazzo aveva un appuntamento. Ma non lo vedono arrivare. Non si presenta neanche per la cena. La famiglia si preoccupa e alle 20.30 lancia l’allarme. Si mobilitano 60 vigili del fuoco volontari del distretto della val di Sole e di Trento, con i droni, più altri 50 operatori del Soccorso alpino con le unità cinofile. «Abbiamo subito ristretto le ricerche grazie alla cella telefonica, poi il suo video su Instagram ha fatto circoscrivere ancora di più l’area», spiega Omar Martini, vice ispettore del distretto dei vigili del fuoco. Sul posto è arrivata anche la guardia di finanza. Le ricerche si sono concentrate sulla strada che porta alla malga. «Alle 1.30 sono stati attivati i cani da ricerca e catastrofe della Provincia e della Croce Rossa, a cui sono stati fatti annusare gli effetti personali del ragazzo — ricostruisce il vice ispettore — Alle 2.30 uno dei cani ci ha condotti alla sua borraccia e poi alle prime tracce di sangue». Qualche minuto dopo, settanta metri più sotto, è stato ritrovato il corpo senza vita del ventiseienne. Sono stati chiamati quindi i carabinieri di Cles.
Le indagini
Ieri mattina la notizia è arrivata alla Procura: il procuratore capo distrettuale Sandro Raimondi e la pm di turno, Patrizia Foiera, hanno aperto un fascicolo. Si tratta del «modello 45» quello che registra gli atti che non costituiscono notizia di reato, quindi escludendo fin da subito un «fattore umano». È stata quindi disposta l’autopsia: i risultati potrebbero arrivare già questa mattina. La Procura, inoltre, nominerà una commissione di periti, tra cui esperti, biologi ed etologi: un passaggio inedito. I medici si concentreranno sulle ferite riportate dal giovane. Si parla di diversi graffi, dalla nuca in giù, e di un morso alla spalla. Alle 8 Fugatti ha incontrato il sindaco e il presidente della Comunità di valle, a Malè. Poi è tornato a Trento, al commissariato del governo. «Da persone serie attendiamo l’esito finale — ha dichiarato il governatore, punzecchiando implicitamente Fratelli d’Italia, che la mattina aveva già diramato una serie di note stampa — Ho informato quale sarà la decisione se gli esami accertassero quanto si paventa». Cioè l’abbattimento.