Il caso
lunedì 1 Dicembre, 2025
Calci e pugni agli agnelli: il Gip ora ordina l’imputazione dei pastori e ribalta la richiesta di archiviazione
di Redazione
Accolta l’opposizione della Lav: i video «contengono elementi sufficienti» per mandare a processo gli indagati
Svolta nell’inchiesta sui pastori trentini accusati di aver maltrattato pecore e agnellini nelle malghe del Trentino. Il giudice per le indagini preliminari di Trento ha infatti accolto l’opposizione presentata da LAV alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero, imponendo al PM di procedere con la formulazione dell’imputazione.
La decisione arriva dopo l’udienza del 1° ottobre 2025, durante la quale il GIP ha sciolto la riserva e ha ritenuto che i filmati raccolti dai volontari dello Sportello LAV di Trento — immagini che avevano suscitato indignazione in tutto il Paese — contengano «elementi sufficienti per proseguire il procedimento», confermando la fondatezza delle ipotesi di reato iniziali.
«Siamo molto soddisfatti che il GIP abbia sovvertito la teoria del PM — dichiara l’Avv. Annarita D’Errico, responsabile nazionale degli Sportelli LAV contro i maltrattamenti sugli animali — secondo cui quelle violenze erano “conseguenza della movimentazione del gregge, composto da oltre 700 ovini, e dell’accidentale calpestamento degli animali”. Il giudice ha così ricollocato nel giusto ambito le condotte penalmente rilevanti, riconoscendo la sussistenza non solo del reato di maltrattamento ma anche di quello di uccisione di animali».
La denuncia della LAV risale al settembre 2023, quando numerose segnalazioni avevano portato i volontari a documentare, con una serie di video, maltrattamenti ripetuti e intenzionali ai danni del gregge gestito da più pastori in alta quota. Le immagini, che non lasciavano spazio a dubbi, mostravano un sistematico ricorso alla violenza, in un contesto zootecnico che — denuncia l’associazione — «molto spesso non rispetta neppure i pochi diritti concessi agli animali dalle norme né quelli dei lavoratori».
«Ora auspichiamo che il Tribunale possa emettere un giudizio di penale responsabilità nei confronti dei pastori» conclude l’avvocata D’Errico, annunciando che LAV si costituirà parte civile nel processo.
Diversa invece la posizione dei proprietari dell’azienda agricola, anch’essi indagati per maltrattamento e uccisione per omissione: la loro vicenda si è conclusa con un patteggiamento a sette mesi di reclusione, la confisca dell’intero gregge e la sospensione dell’attività commerciale per quattro mesi. Il successivo ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile, con la Suprema Corte che ha ribadito come i titolari siano oggettivamente responsabili del benessere degli animali affidati ai dipendenti e non possano sottrarsi ai propri obblighi di vigilanza.
LAV rivolge un ringraziamento all’avvocata Sara Morolli del Foro di Trento, che ha fornito assistenza legale in entrambi i procedimenti penali.