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martedì 8 Novembre, 2022

Area Masere, quindici anni di polemiche

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Domani il Consiglio comunale affronterà il futuro dei due ettari all’uscita di Lavis

Domani sera torna in Consiglio l’annosa, quanto mai scottante questione delle Masere, l’area di due ettari all’uscita di Lavis, verso Bolzano, sulla quale quindici anni fa doveva sorgere un grande centro commerciale.

Il Consiglio affronterà solo una discussione senza dover deliberare alcunché. Discussione chiesta già da tempo dal gruppo di minoranza della Lega che ha contestato apertamente, nell’ultima seduta, la decisione della maggioranza di secretare i documenti poiché il progetto è ancora in fase di studio e deve superare il parere deliberante della commissione per la pianificazione urbanistica (Cpc) della Comunità Rotaliana Königsberg. Però, come ci confermava nei giorni scorsi il presidente della Comunità Gianluca Tait, il progetto non è ancora arrivato sul tavolo della Cpc.

C’è quindi molta attesa per il confronto in aula di domani sera. Si attende anche di sapere le intenzioni di Mak costruzioni, gruppo Paterno (Eurobrico) e Dao (distributore supermercati marchi Conad e Maxi), subentrati nella proprietà ad Area 51, la srl che aveva progettato il centro commerciale quindici anni fa.

Frattanto viene smentita la notizia dai diretti interessati di Area 51 su un contenzioso legale contro la Provincia per chiedere la rifusione del danno subito dopo la mancata costruzione del centro commerciale e la conseguente ipoteca di tutti i terreni delle Masere.
La telenovela delle Masere inizia nel lontano 2006, allorquando l’assessore comunale dell’epoca Claudio Brugnara (padre dell’attuale sindaco), porta in Consiglio l’adeguamento ai criteri provinciali di programmazione urbanistica dell’attività commerciale riferendosi alle «grandi superfici di vendita no food». In seguito viene modificato il piano regolatore (Prg) inserendo le aree per la grande distribuzione e, nel 2007, ecco che viene presentato il primo progetto del centro commerciale «Le Masere», edificio di tre piani con servizi e parcheggi. Mezzo paese si ribella, con gli ambientalisti e i commercianti che sollevano la protesta popolare. Interviene pure l’assessore provinciale alle attività economiche Alessandro Olivi, e infatti nel novembre del 2010 la Conferenza dei servizi boccia il progetto di Area 51, società immobiliare dei costruttori e proprietari dei terreni Mario Zorzi e Silvio Pisetta.

Nell’autunno del 2010 una delegazione del comitato popolare Lavispartecipa (capeggiata da Massimiliano Pilati e composta da Andrea Fabbro, Riccardo Nardon, Maurizio Carpi e dal sindacalista della Uil Walter Largher), consegna al presidente della Comunità di valle Gianluca Tait le 785 firme raccolte contro il centro commerciale delle Masere.

Area 51 si rivolge al Tribunale amministrativo regionale (Tar) contro le decisioni assunte dalla Provincia e nella primavera del 2013 i giudici amministrativi respingono il ricorso di Zorzi e Pisetta. In seguito si susseguono gli incontri tra il sindaco Graziano Pellegrini, Area 51, il comitato Lavispartecipa e la Provincia, ma le posizioni appaiono sempre più divergenti.

Prende avvio la redazione del Piano territoriale di Comunità e il fronte contrario al centro commerciale propone di costruire alle Masere la famosa piscina della Piana rotaliana, da anni promessa dagli amministratori di Mezzolombardo e Mezzocorona. Intanto a Mezzolombardo partono i lavori per la costruzione del centro commerciale Braide mentre alle Masere, con una superficie commerciale ridotta da 22mila a sette metri metri quadrati, rimane tutto fermo.

La polemica in Consiglio comunale si infiamma ma alla fine la spunta la minoranza di centrosinistra quando, sul finire del 2014, viene approvato dal commissario Marcello Lubian, nominato dalla Comunità di valle, il piano stralcio del commercio che riduce notevolmente la superficie di vendita alle Masere, considerandola un’area destinata a servizi pubblici e strutture per il tempo libero. Dopo l’acquisizione dei terreni da parte di Mak costruzioni, Gruppo Paterno e Dao, l’attuale amministrazione, ripartendo da zero, comincia a lavorare sul futuro delle Masere, pensando a un progetto di riqualificazione dell’intera area. Il resto è storia dei giorni nostri, con una serie di ipotesi, tra cui tre grandi capannoni destinati alla grande distribuzione.