L'intervista
martedì 10 Giugno, 2025
Alessandro Comai, l’hair stylist delle star americane da New York a Trento: «Aprirò un salone in città»
di Giacomo Polli
Originario di Cavedine ha deciso di rientrare dall'America: «Tra i miei clienti Marracash e Ghali. Quella volta che feci le trecce a Rihanna»

Alessandro Comai, hair staylist originario di Cavedine tra i più importanti nel panorama internazionale, è pronto a tornare in Italia. A breve, infatti, dopo aver trascorso gli ultimi anni della propria vita a New York, città in cui ha collaborato con diverse aziende e personaggi famosi, aprirà il proprio salone a Trento. Un decisione – come spiega lo stesso Comai – che è nata dalla volontà di chiudere un cerchio tornado nella terra in cui è cresciuto, restituendo alla comunità quanto appreso nel corso dei suoi 27 anni di carriera sviluppata tra Italia e Stati Uniti. Ora, oltre a continuare questa professione, viene ospitato nelle più grandi fiere mondiali come formatore.
Comai, come è nata l’idea di fare questo mestiere?
«Una volta terminate le scuole medie ero indeciso su cosa fare e non sapevo quale strada percorrere. I miei genitori erano entrambi nel settore alberghiero e pensavo studiare per fare il cuoco. Poi, però, a due giorni dal termine delle iscrizioni mi sono svegliato con questa idea: fare il parrucchiere. Non ci avevo mai pensato prima ma è stata la mia fortuna. A quell’età non è facile scegliere il percorso da intraprendere, c’è una grande pressione e non hai una visione completa verso il futuro. A volte, però, le cose più belle nascono all’improvviso: la mia è stata una scelta naturale, arrivata dal nulla e così ho deciso di studiare per fare questo lavoro iscrivendomi ad un istituto a Trento».
E i primi tagli quando sono arrivati?
«Una volta scelta la scuola ho comprato la mia prima macchinetta, il primo phone e la prima mantella, iniziando a tagliare i capelli ai miei amici. Tutti i giorni, inoltre, cercavo di fermarmi nei vari saloni per imparare e migliorare. Una delle prime esperienze è stata in un locale di Cavedine, dove facevo da assistente. Volevo cercare di strappare più consigli possibili e da quel momento non mi sono più fermato».
Poi diverse esperienze tra Trento e l’Alto Garda prima del trasferimento a Milano…
«Terminata la scuola percepivo questo territorio un po’ stretto. Mi sono trasferito a Milano e ho trovato un nuovo mondo. Una volta, a inizio anni due mila, la differenza era ancora più grande. Ho sempre voluto girare tante realtà per capire al meglio come funzionasse l’interazione tra parrucchiere e cliente, così da comprendere come lavorare. Ora sono 27 anni che faccio questo lavoro, anni in cui ho messo tutto me stesso e il massimo impegno».
E osservando il passato quali sono state le tappe più importanti?
«Trovarmi a lavorare con personaggi famosi a livello globale non è stato poco. Ad esempio ho avuto il piacere di preparare Sting per la presentazione di un suo album a Milano. Tra le esperienze che ricordo di più c’è quella legata ai Jonas Brothers, famosa band americana. Quando venivano in Italia mi chiamavano sempre per lavorare: andavo con loro ovunque dalla mattina alla sera. Viaggiavamo insieme in macchina e quando raggiungevamo il luogo di un evento il mezzo era preso d’assalto da centinaia di fans impazziti di gioia. Avevamo i finestrini oscurati e quando cercavano di capire chi ci fosse all’interno dell’auto vedevano me e dicevano “Ma chi cavolo è questo?” (ride; ndr). Ho vissuto davvero tante situazioni speciali. A un evento, ad esempio, ho fatto le trecce a Rihanna, mentre in un salone in cui lavoravo venivano sempre Marracash, Ghali, Nesli e Fabri Fibra. Ho collaborato anche con l’Inter. A fare la differenza però sono le persone comuni».
In che termini?
«Sono quelle che sono presenti sempre, che ti mostrano grande supporto e ti spingono ad andare avanti. Ho costruito la mia carriera sul passaparola grazie a tutti quelli che si sono fidati di me. Ogni taglio è un biglietto da visita, una cornice al viso. Il mio obiettivo è quello di rendere i clienti la migliore versione di loro stessi. Le persone vogliono sentirsi parte della società e attraverso un taglio di capelli possono sentirsi meglio. Non si tratta di un semplice discorso estetico, ma di avere maggiore fiducia in se stessi, cosa che poi ognuno riflette positivamente sulle persone con cui interagisce».
In molti la definiscono un’eccellenza italiana. Lei come si definisce?
«Ho sempre portato in alto le mie origini. La qualità italiana è ancora alta. Molti associano la qualità del mio lavoro al mio essere italiano. Io non mi definiscono un’eccellenza italiana, lo lascio decidere agli altri. Io posso solo cercare di fare del mio meglio giorno dopo giorno».
E ora che obiettivi si pone?
«Ad oggi sto per aprire un negozio a Trento. Per il momento non faccio alcuno spoiler. Le persone che hanno creduto in me sin dall’inizio sono del Trentino, mi riempivano di complimenti e hanno sempre mostrato grande fiducia nei miei confronti. Aprire il primo negozio qui significa quindi chiudere un cerchio. Son partito da questo territorio e proprio per questo aprirò a Trento il mio primo negozio».
Sarà la prima di una serie di aperture?
«Non possiamo prevedere il futuro. Certamente ci saranno altri progetti. Quello a Trento sarà un negozio particolare, dove i clienti potranno fare un’esperienza unica. In Trentino le persone sono abituate e hanno voglia di qualità».
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