L'evento

venerdì 27 Giugno, 2025

A Trento la prima di «Del folle amore», l’oratorio di Solbiati per la madre di Giulio Regeni e tutte le madri

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Lunedì 30 giugno alla Chiesa di San Francesco Saverio di Trento la prima assoluta dell’opera ispirata alla lauda «Donna de Paradiso» di Jacopone da Todi. Solbiati: «Un lavoro nato per raccontare il dolore universale delle madri, dedicato a Paola Regeni e a tutte le madri-coraggio

«Planctus Mariae (ma il vero titolo è Donna de Paradiso) è la più nota delle laude raccolte da Jacopone da Todi sotto il titolo complessivo di «Laudi del folle amore». Straordinaria e impressionante fu l’interpretazione che ne fece Franca Rame in Mistero buffo, di Dario Fo: quando la vidi, decenni fa, mi innamorai subito della forza testuale, del suo significato e della enorme potenzialità gestuale e scenica contenuta in quel lungo brano poetico.»

Così esordisce Alessandro Solbiati, lombardo, classe 1956, uno dei compositori più significativi del panorama creativo non solo nazionale, le cui opere, molte e per diversi organici strumentali e/o vocali, stampate da Suvini Zerboni, circolano in rassegne e festival a diverse latitudini.

Il nome di Solbiati interessa le cronache musicali trentine di questi giorni, perché la 54ma edizione del Festival di Musica Sacra chiude il proprio calendario ospitando in prima esecuzione assoluta una nuova versione per soprano, quintetto vocale e orchestra di «Del folle amore», un oratorio progettato da Solbiati sul celebre testo di Jacopone.

L’evento, organizzato in collaborazione con il Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone, sarà alla Chiesa di San Francesco Saverio a Trento, lunedì 30 giugno alle ore 18, protagonisti il soprano Maria Eleonora Caminada, il Quintetto «Orizzonte vocale» e l’Orchestra Filarmonica V. Calamani di Orvieto per la direzione di Mimma Campanile.

«Il mio progetto musicale – prosegue Solbiati – nacque nel lontano 2006, vari tentativi di realizzazione fallirono finché nel 2018-19 Giorgio Battistelli, allora direttore artistico della ORT (oggi anche direttore artistico dell’Orchestra Haydn, ndr), mi propose la commissione di una Passione e io capii di colpo che quella era la vera destinazione di quel testo: una Passione, significativamente Passione secondo Maria, dedicata alla madre di Giulio Regeni e a tutte le madri-coraggio del mondo.

Quella Madonna non è la Madonna serena e divina dell’iconografia cristiana: è ogni donna che perde un figlio, è lo stesso, intero dolore umano, quello che può travolgere la mente, quello prodotto dalla violenza, quello dell’amore materno percosso; e penso alle ingiuste carceri del mondo, ai milioni di bambini uccisi dalla fame, dai soprusi e dalle violenze d’ogni tipo, ai desaparecidos, agli occhi delle madri che vedono nascere figli senza alcun futuro…

Il testo è stato diviso in ventiquattro numeri che si susseguono senza soluzione di continuità raccontando il tradimento, l’arresto, il dileggio, la flagellazione, la morte. Ogni mia scelta musicale va a sottolineare la potenza scenica insita in ogni verso e in ogni intervento. Tengo molto a questo lavoro che costituisce un poco il cuore del mio cuore in un arco di ormai quarant’anni di attività come compositore, una vera Sinfonia del dolore»

Ad completare il programma due brani a cappella di Pierluigi da Palestrina che concludono idealmente l’omaggio del Festival di Musica Sacra al cinquecentenario del grande compositore rinascimentale, che aveva aperto il cartellone all’inizio di maggio con l’ensemble Odhekaton, due cori con orchestra dedotti dal catalogo sacro del «romantico» Mendelssohn e una piccola «chicca» rossiniana, una preghiera per voci sole dal semplice testo: «Signor, la mesta prece a te non s’alzi invan / ma porgi a noi la mano / rattempra il nostro duol»