La procura di Trento ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per il settantenne della piana Rotaliana che il 24 gennaio scorso travolse Sara Piffer in via Cesare Battisti, tra Mezzocorona e Mezzolombardo. Era poco dopo le 11 quando la Volkswagen Up, impegnata in un sorpasso, aveva colpito la 19enne che pedalava in fila insieme al fratello Christian. I due, partiti da Palù di Giovo, avevano scelto quella strada secondaria proprio per sentirsi più sicuri durante l’allenamento. Christian era riuscito a scostarsi, riportando ferite lievi; Sara invece era stata centrata in pieno ed era morta sull’asfalto a pochi metri dalla bicicletta.
Nel frattempo la procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e, mentre proseguivano gli accertamenti, sono arrivati numerosi appelli alla prudenza dalla Federazione ciclistica e dalle associazioni che promuovono la mobilità su due ruote. Il tema era particolarmente sentito anche dalle amministrazioni locali: appena otto mesi prima, a Civezzano, era morto il 17enne Matteo Lorenzi, investito da un furgone che non aveva rispettato la precedenza.
In memoria di Sara e Matteo, la Provincia ha presentato ad agosto una campagna dedicata alle «bike lane», corsie ciclabili urbane realizzate lungo tratti molto frequentati dai ciclisti: la provinciale 64 e la statale 43 da Mezzolombardo a Fai della Paganella, per circa 12 chilometri, e la statale 612 della val di Cembra da Valda a Stramentizzo, per altri 19.
Sara Piffer verrà ricordata questa sera, alle 19.30, durante la celebrazione a Palù di Giovo.