Il caso
lunedì 25 Agosto, 2025
La moglie «fugge» in Brasile dopo la separazione e il divorzio diventa un’odissea
di Ubaldo Cordellini
L'uomo, un imprenditore della val dei Mocheni, ha dovuto aspettare 16 anni prima che venisse fissata un'udienza

Quando sua moglie è sparita, l’ha cercata a lungo. Finché non l’ha trovata e ha capito. Un piccolo commerciante della val dei Mocheni ha capito che la consorte, dalla quale era comunque già separato, lo aveva lasciato per un’altra donna e poi era scappata con lei in Brasile, paese di origine della nuova fidanzata della signora. Una realtà amara che l’uomo ha faticato a digerire. Almeno all’inizio. Ha cercato di capire dove si trovasse esattamente la moglie, almeno per fargli notificare le carte del divorzio. Poi, quando è passato del tempo, ha cercato di ripartire. Solo che in una situazione del genere anche separarsi e poi chiedere il divorzio non è affatto facile.
Così l’uomo si è rivolto all’avvocato Claudio Tasin, che di casi come questo, ne ha seguiti altri. Per procedere al divorzio è necessaria la regolare costituzione delle parti e quindi procedere con la notifica del ricorso e del provvedimento di fissazione dell’udienza. Nel caso in cui non sia nota l’attuale dimora o il destinataria sia irreperibile procedere con la notifica presso l’ultima residenza in Italia e dopo con gli avvisi all’albo del Comune di ultima residenza. Una procedura più lunga del solito che, però, nel caso dell’uomo sta portando a risultati. Infatti è stata fissata l’udienza per il divorzio che si terrà nei prossimi mesi. E dire che i due erano separati dal 2009. L’uomo nel suo ricorso aveva spiegato già allora che ormai da molto tempo le cose non andavano bene con sua moglie. Che erano entrambi residenti sotto lo stesso tetto, ma erano sposati solo formalmente. Il Tribunale dichiarò la separazione. Ma in seguito la donna è partita per il Brasile al seguito della sua fidanzata. Un epilogo che, forse liberandolo dal punto di vista sentimentale, lo lasciava legato sotto l’aspetto formale. Non poteva rifarsi una vita e neanche cercare di avere un altro rapporto stabile.
Per questo motivo l’uomo ha dovuto nuovamente andare dall’avvocato, dopo ben 16 anni. Per chiedere il divorzio. L’uomo per rifarsi una vita e dichiarare definitivamente morto e sepolto un matrimonio ormai inesistente da lunghi anni deve dimostrare non solo che la moglie non è più reperibile, ma anche che questa condotta dimostra il suo totale disinteresse e l’impossibilità di una riconciliazione. Secondo precedenti sentenze pronunciate anche dal Tribunale di Trento si deve dimostrare che che la convivenza non è più ripresa ed è impossibile la riconciliazione, anche a causa del fatto che l’altro coniuge si è reso irreperibile. Nelle precedenti sentenze, il tribunale ha riconosciuto fondato il ricorso di una parte, anche nell’assenza dell’altro coniuge, quando è acclarato che la separazione è durata ininterrottamente dall’inizio del relativo procedimento; che non vi è mai stata riconciliazione; che è impossibile la ricostituzione del consorzio matrimoniale.
In questo caso ricorrono i presupposti del divorzio, con il conseguente scioglimento del matrimonio contratto tra le parti. Così adesso l’imprenditore mocheno aspetta che i giudici, tra poche settimane riconoscano la sussistenza dei requisiti e riconoscano che il suo è un matrimonio ormai morto e defunto.