Il caso
martedì 19 Agosto, 2025
Trento, un rave party di tre giorni vicino al rifugio Maranza a Ferragosto: «Tutto svolto in barba alla legge»
di Davide Orsato
A notare il viavai di gente i residenti della collina est e di Povo, ma l'evento si è svolto senza alcun particolare intervento

Una festa techno durata quasi tre giorni, dal pomeriggio di venerdì fino a domenica mattina. E che si è tenuta, sorprendendo tutti, in un una località che in più occasioni ha ospitato questo tipo di ritrovi. In decine si sono dati appuntamento nel fine settimana appena trascorso, «in Maranza», per la precisione in un’ampia radura che si trova poco prima di arrivare, da Povo, al rifugio omonimo che domina la montagna a Est di Trento.
Non era la prima volta e le tracce lasciate sono poche ma la notizia è… che c’è stato. È uno dei primi eventi del genere, infatti, che avviene in città da quando è stato emanato, ancora nell’estate 2022, il «decreto rave», poi convertito in legge a dicembre dello stesso anno. Il risultato, come noto, sono pene pesanti per «chiunque organizzi o promuova l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale», che va dai tre ai sei anni, con una multa da mille a diecimila euro. Se ne parlò tantissimo, ma i rave, qua e là, continuano a tenersi, anche se con molta più discrezione.
Ed è il caso della festa nei boschi che si è tenuta a Trento chiamata sui canali che l’hanno organizzata «Ferratek Nord», crasi tra Ferragosto e Techno. Come sempre, in questi casi, la location non viene rivelata, se non in via riservata, e rigorosamente tramite messaggi in canali chiusi. Ma l’area tra Povo e rifugio Maranza era già stata scelta più volte in passato (con qualche piccola variazione geografica: un anno, lo stesso rave si è tenuto poco lontano, vicino a località Cimirlo) e di per sé non può sorprendere. I primi ad accorgersi, naturalmente, sono stati i residenti della collina Est, anche se il posto della festa era relativamente lontano dai centri abitati. Con loro anche i tanti che si sono avventurati sul sentiero panoramico che richiama molti trentini, soprattutto nel fine settimana. «Sabato mattina – racconta una cittadina che vive a Povo – stavo salendo la Marzola a piedi e durante tutto il percorso ci ha accompagnati la musica che caratterizza le giornate di questi ritrovi. C’erano anche moltissime auto parcheggiate. La vicenda mi ha impressionata, perché era chiaro come il tutto si stesse svolgendo in barba alla legge. È evidente che si fa tanta propaganda e poi le norme non vengono fatte rispettare».
Secondo quanto è stato possibile ricostruire, il «Ferratek» aveva richiamato molte persone da diverse regioni del Nord Italia. Alcuni, dopo essere arrivati in zona Povo, sono saliti zaino in spalla fino al luogo di ritrovo convenuto: una «processione» che tra sabato e venerdì era stata notata dai residenti della collina. L’ultimo precedente e uno dei pochi «post-decreto», in Trentino, era stato in val Lomasona, nel cuore delle Giudicarie Esteriori. Era inizio maggio e quella volta, il rave si era fatto notare, eccome, così come si era fatta notare la reazione delle forze dell’ordine, con tanto di cariche. In zona erano stati inviati gli agenti della celere di Padova, che sono venuti a contatto con alcuni dei presenti (in tutto c’erano 300 persone). Anche il Comune (Comano Terme) in quell’occasione, si era mosso chiedendo, tramite la Provincia di Trento, un «intervento energico». Quanto alla festa di Ferragosto, sui prati della Maranza, invece, tutto si è esaurito senza clamori.