L'opinione
domenica 1 Giugno, 2025
Il cardinale Robert Sarah a Trento: «Troppo gender e clima, la Chiesa parli di Cristo»
di Massimo Furlani
Il porporato africano era ospite del Movimento per la Vita: «L’Occidente è governato da gente senza figli che non sa cos’è una famiglia»
«La Chiesa riscopra la sua dottrina e rimanga a lei fedele». Questo l’appello che il cardinale guineano Robert Sarah ha voluto diffondere durante la presentazione del suo libro «Dio esiste?». Davanti al pubblico dell’Aula magna dell’Arcivescovile di Trento (l’incontro è stato organizzato dal Movimento per la Vita), l’ex arcivescovo di Conakry recentemente nominato da Leone XIV come «inviato speciale» in Francia, ha criticato duramente l’Occidente: «Oggi viviamo in un momento difficile – ha dichiarato – in difesa della sacralità della vita, noi non possiamo continuare a permettere ai potenti di questo mondo di dettare agende disumane. Dobbiamo diffidare della nuova etica globalista dell’Onu, dobbiamo diffidare dell’ideologia gender e dalla sua continua promozione perché non ha senso mutilare inutilmente un corpo creato da Dio. Chi governa oggi in Occidente non sa cos’è una famiglia, cos’è un figlio. Pensiamo a cosa stanno facendo diversi dei Paesi fondatori dell’Unione Europea, dalla Francia dove l’aborto è diventato un diritto costituzionale al Belgio e Paesi Bassi dove sono legali i matrimoni omosessuali. La fiamma del cristianesimo si sta spegnendo in Occidente perché dipendiamo dal volere di questi Paesi». Sarah ha poi invitato anche la Chiesa a «non cambiare» e restare ancorata alla propria dottrina: «Cambiamento climatico, democrazia, accoglienza dei migranti, pace, libertà sono tutti temi importanti – prosegue il cardinale –. Ma dobbiamo chiederci se questo è davvero il mandato che Cristo ha affidato alla Chiesa. La Chiesa non deve cambiare, non deve cambiare i suoi insegnamenti e la sua dottrina, non deve diventare una società umana, orizzontale che parla un linguaggio mediatico, perché una tale Chiesa non interessa a nessuno. Un’eredità come quella della Chiesa non può essere dissipata: dobbiamo riscoprire come celebrare con sacralità l’eucarestia, servono adoratori che non vedano nella Santa Messa una semplice esibizione culturale o un’assemblea sociale in cui celebrare sé stessi. Non servono nuove correnti o innovazioni, non occorre inventare nulla, serve una dottrina capace di crescere e svilupparsi in modo organico come un bambino nel grembo della madre. Il cristianesimo è la strada».
Posizioni in contrasto con quelle portate avanti nell’ultimo decennio sotto il pontificato di Papa Francesco: non a caso, nei suoi interventi Sarah ha menzionato diversi dei pontefici più recenti ma mai quello argentino. Nello specifico, parlando della «sua» Africa il cardinale ha fatto riferimento alle dichiarazioni di Paolo VI, il primo Papa a visitare il continente nel 1969 in Uganda: «Disse che l’Africa era la nuova patria di Cristo e lo disse non ai giornalisti, ma durante la liturgia – conclude Sarah – La sua speranza era che il cattolicesimo potesse rinascere in questo continente. L’Africa per me è una mamma e nessuno può vivere senza la sua mamma: tutti noi la dobbiamo amare e pregare perché la Chiesa, in Africa, sia una luce per il mondo in questi tempi difficili in cui l’Occidente, distruggendo la famiglia, sta distruggendo la società».
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