l'appello
mercoledì 17 Gennaio, 2024
Tragedia sul lavoro in Val di Non, i sindacati: «Ancora una volta una vittima straniera. Serve prevenzione»
di Redazione
L'appello di Feneal UIL e Fillea CGIL che chiedono alla politica locale di incrementare le visite ispettive e quindi degli investimenti pubblici per l’assunzione di un numero maggiore di ispettori

I sindacati Feneal UIL Trentino-Alto Adige Südtirol e Fillea CGIL del Trentino esprimono il loro sgomento davanti all’ennesima tragedia sul lavoro, nella quale ha perso la vita un giovane lavoratore di origine romena, schiacciato da un tronco all’interno della segheria nella quale lavorava, per dinamiche ancora da accertare.
«Purtroppo, – si legge nella nota- ci si trova a discutere di sicurezza sul lavoro solamente in occasione di infortuni gravi, spesso mortali, in particolare nel settore edile ed in quelli affini, di nostra competenza». Comparti che, certamente, si caratterizzano per tipologie di lavoro che comportano un maggiore sforzo fisico da parte degli addetti, con conseguente aumento del rischio di incidenti. Per questo l’attenzione rispetto alla tematica della prevenzione degli infortuni sul lavoro «non dovrebbe mai venire meno, finito il clamore mediatico legato allo stupore di molti rispetto a tragedie che – in verità – non sono mai casuali e nascondo spesso responsabilità precise».
L’appello dei sindacati è quello di una vera prevenzione degli infortuni che comporta la collaborazione sinergica di più attori. A partire dall’incremento delle visite ispettive e quindi degli investimenti pubblici per l’assunzione di un numero maggiore di ispettori. Inoltre, serve puntare sul coinvolgimento diretto dei datori di lavoro nella formazione alla prevenzione e una formazione continua per i dipendenti, che dovrebbe partire già dall’età scolare, con il coinvolgimento quindi delle istituzioni scolastiche e – per quel che ci riguarda – del governo provinciale.
«Nel settore edile, ogni minima distrazione o dimenticanza può essere fatale». L’appello quindi di Feneal UIL e Fillea CGIL alla politica locale è di andare oltre ai proclami e attuare i tanti buoni propositi espressi a mezzo stampa, prima possibile. L’appello alle associazioni datoriali, invece, è di costituire quanto prima la figura degli RLST che – unicum in Italia assieme al vicino Alto Adige– manca in Trentino per quanto riguarda il settore edile. «Siamo convinti – si legge- che il 2024 potrà essere un anno di svolta in tal senso e che la presenza di uno o più rappresentanti territoriali per la sicurezza potrà essere determinante nel contribuire al calo degli infortuni nella nostra provincia».
Per ultimo, non per importanza, i sindacati rimarcano il fatto che, «ancora una volta, a morire sul lavoro sia un operaio di origine straniera». Questo porta a chiedere alle istituzioni, anche a livello locale, di prendere atto che, per alcune tipologie di lavoro, la componente dei lavoratori di origine straniera – comunitaria ed extracomunitaria – è divenuta predominante. E, conseguentemente, i problemi – di comunicazione e comprensione – possono portare incomprensioni nella formazione alla prevenzione antinfortunistica.
«I cosiddetti “stranieri”, -concludono- sono spesso oggetto loro malgrado delle campagne elettorali, e molti di loro vengono avvicinati dalla politica per ottenere qualche voto in più. La tragedia della Val di Non testimonia invece ancora una volta che i lavoratori di origine straniera ormai sono determinanti per garantire il proseguo di alcune attività, meritando attenzione e rispetto da parte delle istituzioni perché” parte fragile” del sistema economico trentino. Auspichiamo quindi che quanto avvenuto contribuisca a spingere tutte le istituzioni e le parti sociali coinvolte a mettere in campo ogni misura possibile per evitare che tragedie simili abbiano a ripetersi in futuro».
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