L'evento
mercoledì 10 Maggio, 2023
La madre di Fausto Tinelli: «Con il murales Trento è tornata a essere la mia città, mio figlio e Iaio due ragazzi onesti»
di Elisa Egidio
Inaugurata l'opera sul muro del liceo Da Vinci in ricordo dei due giovani uccisi a Milano il 18 marzo del 1978. Danila Tinelli: «Sono stati ammazzati da tre carnefici mandati dai servizi segreti che abitavano sopra casa mia perché controllavano le Brigate rosse per la morte di Moro»

Fausto e Iaio, strappati alla vita a soli 18 anni dalla furia terroristica, rivivono oggi nel murale «Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci: due di noi» realizzato dall’artista trentino Mattia, in arte Deficit Dell’ättenzione, sulla facciata del muro del Liceo Da Vinci di Trento.
L’opera, senza firma in quanto frutto del lavoro di squadra degli studenti del licei Da Vinci e Vittoria, è stata inaugurata ieri nell’aula magna dell’istituto Da Vinci, in occasione della giornata della Memoria delle vittime del terrorismo. A tenere vivo il ricordo dei due ragazzi, le classi quinte e il professor Conci, che ha seguito il progetto, il sindaco Franco Ianeselli, Ivano Vallese dell’associazione Familiari e amici di Fausto e Iaio, e i parenti delle vittime, tra cui Danila e Maria, madre e sorella di Fausto. «Ringrazio Trento perché finalmente diventa di nuovo la mia città — ha detto la mamma di Fausto Tinelli — Mio figlio era una persona onesta e anche l’altro ragazzo lo era. Sono stati ammazzati da tre carnefici mandati dai servizi segreti che abitavano sopra casa mia perché controllavano le Brigate rosse per la morte di Moro, di cui ricorrono i 45 anni».
«Sono morte tre persone per Fausto e Iaio — ha ricordato Danila — Chi indagava su di loro veniva ammazzato».
L’anno scorso una quinta del liceo Da Vinci e il professor Conci hanno proposto al sindaco l’idea di realizzare, in un luogo della città, un murales dedicato ai due giovani, uccisi il 18 marzo 1978 a Milano due giorni dopo il rapimento di Moro. «Oggi avere nel nostro liceo il murales di questi due ragazzi che hanno combattuto per i loro comuni ideali perdendo ingiustamente la vita è un grande onore e un atto di grande stima», ha detto Annachiara, studentessa del Da Vinci.
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