Sanità
domenica 10 Agosto, 2025
West Nile, la prima contagiata in Trentino è una donna del capoluogo: era tornata da una località di mare in Italia
di Redazione
Si tratta di una donna adulta: le sue condizioni sono stabili
È una donna di Trento appena rientrata da una vacanza al mare nell’ Italia del sud il primo caso di infezione da West Nile in Trentino. La donna non è grave ed è stata ricoverata per precauzione all’ospedale Santa Chiara. Dal momento che ha contratto l’infezione fuori dal Trentino non è stata attivata nessuna profilassi.
Il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, per ridurre al minimo il rischio di punture e al contempo contrastare la diffusione dell’infezione in provincia di Trento, invita la popolazione che si reca in viaggio a seguire alcuni consigli pratici.
La malattia di West Nile o febbre di West Nile è un’infezione causata da un virus, la cui circolazione è diffusa in diverse aree del sud e nord Italia. Il virus West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto diretto ma prevalentemente attraverso la puntura di zanzare infette (più frequentemente del tipo Culex). I serbatoi del virus oltre alle zanzare posso essere gli uccelli selvatici ma anche mammiferi, soprattutto equini e, in alcuni casi, cani, gatti o conigli. Il periodo di incubazione della malattia va dai 2 ai 14 giorni ma nelle persone con sistema immunitario compromesso può arrivare a 21 giorni.
Attualmente non esiste un vaccino per la febbre West Nile e, sebbene la maggior parte delle infezioni sia asintomatica o si manifesti con sintomi lievi, è fondamentale adottare comportamenti protettivi per ridurre l’esposizione alle punture di zanzare e di conseguenza il rischio di contagio.
Le precauzioni
Apss raccomanda pertanto di seguire alcune semplici, ma essenziali, indicazioni, specialmente nelle ore serali e notturne, quando le zanzare Culex sono più attive: applicare repellenti cutanei sulla pelle esposta; indossare abiti coprenti preferendo indumenti chiari, pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe; ridurre l’utilizzo di profumi intensi che possono attirare le zanzare; installare quando possibile zanzariere a porte e finestre o soggiornare in ambienti climatizzati; eliminare i ristagni d’acqua e svuotare sottovasi o altri contenitori e coprire con teli le vasche per gli animali e le piscine gonfiabili dove le zanzare possono deporre le uova.
L’azienda sanitaria ricorda inoltre l’importanza della diagnosi precoce e invita, soprattutto al rientro da viaggi in zone in cui la malattia è endemica, a recarsi dal proprio medico di famiglia se nei giorni successivi a una puntura di zanzara si avvertono sintomi come febbre, eruzioni cutanee o manifestazioni neurologiche.
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