L'intervista

sabato 8 Novembre, 2025

«Vivo in Puglia, ma affitto a Moena il miglior appartamento di per le olimpiadi». L’intervista alla host premiata da Airbnb

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È di Martina Cortelletti, trentina trapiantata in Puglia: «La recensione più bella? Arrivata da una famiglia coreana»

Una storia di ospitalità unisce la calda terra di Puglia alle vette dolomitiche. A raccontarla è Martina Cortelletti trentina di nascita, ma oggi residente in Puglia. Nonostante la distanza non ha dimenticato il legame con la sua terra. Quel legame ha preso forma in un appartamento a Moena, diventato prima rifugio di famiglia e oggi dimora per vacanze di successo. A certificare la qualità dell’ospitalità il riconoscimento di «Miglior alloggio per Milano Cortina 2026» assegnato da Airbnb, la nota piattaforma di offerta casa – vacanze.

Complimenti per il premio. Cosa significa il riconoscimento per lei personalmente e per l’attico di Moena? Quali azioni ritiene abbiano fatto la differenza per vincerlo?
«Credo che abbia pagato il modo con cui viviamo l’ospitalità. Per noi chi soggiorna non è un cliente ma un amico che ci viene a trovare. La casa non è una classica struttura turistica, ma un ambiente vissuto e curato, pensato per chi ama la montagna. Offre comfort come deposito sci e scalda-scarponi, ma soprattutto un’atmosfera calda e familiare».

Perché ha scelto proprio Moena per acquistare un immobile?
«Da molti anni vivo al Sud ma il legame con il Trentino non si è mai spezzato. In particolare siamo affezionati a Moena dove mio marito veniva a sciare già da bambino. Abbiamo comprato l’appartamento pensando alla nostra famiglia e alle nostre vacanze. Poi, insieme a mio marito e ai nostri due figli, abbiamo capito che era bello condividerlo. Così, un po’ per gioco, lo abbiamo messo su Airbnb da circa un anno e non ci aspettavamo un riscontro così positivo».

Non le crea qualche resistenza condividere la sua casa con altri?
«L’acquisto dell’attico è nato dalla volontà di avere un punto di riferimento per le vacanze in un luogo bello come la Val di Fassa. Era un peccato tenere chiusa una struttura per molti mesi e abbiamo pensato di aprirla al mondo e tenerla viva. La casa rimane comunque il nostro luogo preferito. Qui trascorriamo le feste natalizie, la Pasqua e le vacanze estive. Gli ospiti hanno la possibilità di alloggiare negli altri periodi».

Il suo attico è apprezzato dal mercato nazionale o internazionale?
«Non ho una lunga esperienza di accoglienza ma posso dire che circa il 50% dei nostri amici è italiano. Tra gli stranieri abbiamo accolto tedeschi, francesi, canadesi, coreani e anche uruguaiani».

Qual è il commento lasciato dai suoi clienti che la rende più orgogliosa?
«Certamente quello della famiglia coreana che pur provenendo da una cultura molto diversa dalla nostra ha apprezzato l’ospitalità. Sono stati molto attenti ai particolari e ci hanno ringraziato per la presenza di giochi da tavolo pensati per bambini, ragazzi e adulti, perfetti per momenti di svago in famiglia dopo una giornata tra le montagne.

Come sta preparando l’attico e la sua gestione, per l’afflusso di ospiti legato a un evento di caratura mondiale come le Olimpiadi e Paraolimpiadi?
«La famiglia rinuncerà alla settimana bianca per lasciare spazio agli ospiti. Per le prossime Olimpiadi invernali ho pensato di far realizzare da Fabio Vettori, che ha un forte legame con Moena, un ricordo personalizzato con le sue simpatiche “formichine”. Abbiamo ricevuto una prenotazione dalla famiglia di un atleta olimpico canadese di sci di fondo, che ha scelto il nostro alloggio per accompagnare il figlio e vivere da vicino ogni momento delle sue gare. Per i periodi restanti ci saranno italiani e stranieri che arrivano in Val di Fassa per sciare».

Come si gestisce un attico in Trentino, vivendo stabilmente in Puglia? Come fa a superare i limiti geografici per garantire uno standard di eccellenza?
«Nonostante i mille chilometri che mi separano da Moena, seguo personalmente la comunicazione con gli ospiti. Il contatto diretto con le persone per me è fondamentale. Voglio che si sentano a casa. Rispondo alle loro richieste, dalle più pratiche come gestire una piastra a induzione a quali mete raggiungere. Avendo una buona conoscenza del territorio posso consigliare escursioni, visite nelle varie stagioni dell’anno. In periodo ferragostano indico luoghi meno affollati ma di sicuro richiamo paesaggistico. Insomma sono sempre seguiti con attenzione grazie alle tecnologie di oggi che ci permettono di ridurre le distanze».

Chi sono le figure chiave (pulizie, check-in, manutenzione) e come ha costruito questo rapporto di fiducia?
«Certamente. La tecnologia non può e non deve sostituire il rapporto diretto con le persone. Sul posto c’è Francesca, una collaboratrice di fiducia, che si occupa delle pulizie e della consegna delle chiavi, garantendo continuità e accoglienza. Per ogni necessità che non riesco a soddisfare con la tecnologia, c’è una presenza “umana” indispensabile».

Pensa di replicare questo modello di successo in altre proprietà o destinazioni?
«No. Non ho intenzione di ampliare questa esperienza. Ho il mio lavoro e ripeto, offrire quell’attico a Moena nasce dalla volontà di mantenere viva una casa durante l’anno a favore di chi è interessato alla bellezza di un luogo come Moena».

Come integra la sua offerta turistica con quella degli operatori di tutta la valle?
«Faccio parte anch’io della grande famiglia dell’Apt di Fassa. Diffondo le iniziative e consegno ai miei ospiti la Fassa Guest Card, il pass ideale per vivere la montagna in libertà e con il minor impatto ambientale. Quando gli impegni della famiglia lo permettono sono a Moena che è la nostra seconda casa e dove torno sempre volentieri».