Il caso

giovedì 29 Maggio, 2025

Valle del Chiese, in quattro anni 201 campionamenti sull’acqua. La contaminazione è circoscritta al Pozzo Gaggio (ma Pfos nei limiti europei)

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Il quadro, seppur complesso, per la Provincia è stabile. E il monitoraggio continua

Il Pfos fa parte di una classe di composti denominati sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), un vasto gruppo di molecole organiche di sintesi prodotte e utilizzate a livello globale sin dagli anni ’40 del secolo scorso. Le sostanze Pfas sono state, e in alcuni casi lo sono tuttora, ampiamente utilizzate in campo industriale e in applicazioni di consumo.
A partire dal 2018 il Pfos è stato compreso nella normativa ambientale ed è diventato oggetto di monitoraggio da parte dell’Appa.

 

Con particolare riferimento alla bassa Valle del Chiese, le attività di monitoraggio seguono il riscontro, nell’ambito di 162 campionamenti effettuati tra il 2019 e il 2024, della presenza a basse concentrazioni di tali composti.

 

In tale area le concentrazioni di Pfos sono risultate sempre inferiori al limite di 30 ng/l in tutti i siti analizzati, ad eccezione di un caso, nel 2020, quando un piezometro destinato esclusivamente al monitoraggio ha registrato valori superiori. Nonostante, quindi, una situazione ad oggi entro i limiti previsti dalla norme e non preoccupante per la salute delle persone, i controlli continueranno in modo da assicurare un monitoraggio permanente rispetto all’evoluzione della situazione
Dal 2020 al 2024, l’Unità operativa di Igiene e Sanità Pubblica e l’Unità operativa di Igiene alimenti e nutrizione del Dipartimento di prevenzione dell’Apss hanno condotto una campagna destinata ad approfondire la conoscenza della possibile presenza nell’acqua potabile erogata nelle zone interessate mediante specifici campionamenti.

 

Nel periodo indicato, sono stati effettuati in totale 201 campionamenti e l’attività di monitoraggio prosegue, prevedendo anche per il 2025 l’esecuzione di analisi a cadenza mensile, con controlli al pozzo e all’utenza per un totale annuo di 48 campioni. La numerosità dei campioni prevista e la relativa pianificazione consente un monitoraggio rigoroso finalizzato a garantire la tutela della popolazione sul territorio, dal quale è emerso che l’approvvigionamento idrico di Storo proviene da sorgenti non interessate dalla presenza di Pfas.

La contaminazione rilevata è circoscritta al Pozzo Gaggio – situato a fondo valle, utilizzato solo in caso di carenza idrica e mai in forma esclusiva – il quale rispetta comunque i limiti europei di potabilità per i Pfos. Anche le analisi effettuate presso le fontane pubbliche di Storo confermano l’assenza di superamenti dei valori di sicurezza, garantendo la totale assenza di rischi per la salute della popolazione.

A seguito dei rilievi condotti fra il 2018 e il 2019 sulle concentrazioni di Pfos nelle acque utilizzate da alcuni impianti di troticoltura del bacino del Chiese, situati nella bassa Valle del Chiese, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) ha avviato dal 2020 al 2023, in coordinamento con l’Iss, uno specifico piano di sorveglianza. I valori rilevati sono risultati inferiori ai limiti indicati nel Regolamento 2023/915 dell’Unione europea. Ciò nonostante, sono state adottate una serie di misure che hanno consentito di abbattere ulteriormente e in modo significativo la concentrazione di Pfos.

 

Tra le varie azioni attivate dalla Provincia vi è anche l’incarico all’Università di Trento per l’elaborazione di uno studio relativo alla modellazione idrologica della falda del Chiese, con l’obiettivo di simulare la circolazione delle acque sotterranee per studiare la propagazione del Pfos. La modellazione ha confermato come la falda sia in grado di sostenere l’estrazione di quantità elevate d’acqua da alcuni pozzi, confermando inoltre il sito delle ex Fonderie Trentine di Condino come probabile sorgente storica della contaminazione. In tale area sono stati condotti specifici carotaggi i cui valori sono modesti e ampiamente sotto i limiti, quantificati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

Dal canto loro, le amministrazioni comunali di Bondone, Borgo Chiese e Storo si sono mosse in sinergia con la Provincia per la gestione del rischio. Il primo obiettivo unitario ha riguardato il sistema idrico dei tre Comuni, che hanno programmato l’impegno di risorse e si sono attivateial fine di individuare le priorità d’intervento. Il Comune di Borgo Chiese ha effettuato uno studio coordinato dalla società E.s.co Bim e Comuni del Chiese, che ha permesso di individuare una serie di interventi utili alla mitigazione e gestione delle criticità della locale rete idrica. Lo studio verrà esteso anche ai Comuni che al momento ne sono sprovvisti.
In generale, la Valle del Chiese mostra un quadro complesso caratterizzato da una sostanziale stabilità, che tuttavia suggerisce la prosecuzione dei monitoraggi nell’ambito di un’azione sinergica tra le Amministrazioni locali e l’Amministrazione Provinciale, per avere sempre maggiori elementi di conoscenza e valutazione.