Cronaca
martedì 21 Ottobre, 2025
Val di Non, si ubriaca al bar e ruba un’auto parcheggiata di fronte: arrestato
di Redazione
L'uomo, un cittadino macedone, aveva appena finito di fare lo stagionale per la raccolta delle mele: rischia l'espulsione

Si infila nell’abitacolo di un’auto lasciata aperta nel parcheggio di un bar di Revò, in val di Non, e scappa via a tutta velocità. Convinto di riuscire ad arrivare in Macedonia del Nord. Di rientrare a casa. «Avevo perso la corriera, così, rubando quella macchina, contavo di tornare in patria» la spiegazione che fornirà poi ai carabinieri il 29enne, che aveva terminato il suo periodo di lavoro in Trentino come raccoglitore di mele. Ma piuttosto alticcio e senza nemmeno la patente, l’uomo, sabato sera, non ha fatto molta strada sull’utilitaria Citroen C3 di cui si era impadronito all’esterno del bar in cui si era fermato a bere. In quel momento aveva approfittando del fatto che la portiera era aperta e le chiavi erano inserite. «Ho visto il proprietario scendere dall’auto e andare al bar senza preoccuparsi di chiuderla così l’ho presa al volo e sono scappato via» confesserà lo straniero, finito in manette.
La fuga per 15 chilometri
I militari, allertati dal derubato, si sono attivati a stretto giro e hanno bloccato il fuggitivo a Dermulo, Predaia, a circa una quindicina di chilometri di distanza. E individuarlo non è stato difficile visto che la citycar era dotata di localizzatore gps. Che non fosse affatto lucido, in balia dei fumi dell’alcol, è apparso chiaro fin da subito ai carabinieri della compagnia di Cles che hanno fatto scattare le manette nei confronti del 29enne arrivato in Val di Non per lavoro. Un arresto, questo, avvenuto in flagranza.
Furto aggravato di auto, guida senza patente e guida in stato di ebbrezza, oltre a rifiuto di sottoporsi all’alcoltest le contestazioni che gli sono state formalizzate. Una sfilza. Reati di cui ha dovuto rispondere ieri mattina, portato in tribunale a Trento dai carabinieri, per il processo per direttissima.
Ammette e patteggia
Il 29enne, in aula, date le circostanze, non ha nemmeno tentato di sottrarsi alle sue responsabilità: ha ammesso i fatti, spiegando di aver agito dopo qualche bicchiere di troppo e di aver cercato un modo per tornare in Macedonia del Nord dove contava di arrivare in autobus, partendo appunto nella giornata di sabato. Un programma invece sfumato. Quella corsa l’ha persa e con essa la possibilità di riabbracciare al più presto i suoi cari. Tutto, appunto, rinviato.
Assistito dall’avvocato Stefano Giampietro, il macedone ha scelto la strada del patteggiamento, concordando una pena con la Procura e cioè un anno, quattro mesi e dieci giorni di reclusione, con la sospensione condizionale. Una pena che il giudice, convalidato l’arresto, ha ratificato, cioè confermato. Giudice che, tra l’altro, ha disposto che il 29enne venisse rilasciato, autorizzandolo a lasciare l’Italia. E così è stato: i carabinieri lo hanno lasciato alla fermata dell’autobus che lo ha portato fino in patria.
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