Palù del Fersina

sabato 2 Agosto, 2025

Val dei Mocheni, domani l’inaugurazione della statua del Minatore, la scultura finita al centro delle polemiche

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Il taglio del nastro alle 10, sarà possibile anche visitare le miniere. L'artista: «Un omaggio alla forza dei canopi»

La statua era già finita al centro del dibattito molto prima di essere finita. E le critiche non sono mancate, sia per il costo, sia per l’aspetto dell’opera d’arte. Il minatore di Palù del Fersina, però, non si è ancora svelato nella sua «forma finale». Ma lo farà domani, alle 10, con l’inaugurazione in località Erdemolo della scultura, il cui nome ufficiale è «Memoria del minatore». Per l’occasione, è stata una organizzata una passeggiata collettiva, con partenza dal centro alle 8.30 e un bus navetta con corse a partire dalle 19. Poi ci sarà la possibilità di visitare le miniere dell’Erdemolo con tanto di pranzo tipico alle ore 13.

 

Acciaio e larice

La scultura è imponente: alta circa 6 metri e mezzo, realizzata in acciaio e legno di larice, è un omaggio alla storia del territorio, ai canopi (minatori) che, provenendo dalla Germania, hanno fatto nascere la comunità di Palù. Si tratta di una figura stilizzata con tutti gli attrezzi del mestiere, dal piccone alla gabbia con il canarino. Costo: 25 mila euro, che si aggiungono ai 39 mila euro per la realizzazione del sentiero mineralogico. Una spesa che ha fatto aggrottare qualche sopracciglio, considerando anche che Palù del Fersina è il destinatario di ben 20 milioni provenienti dal Pnrr, in virtù del «bando borghi»: era possibile indicare una sola località, rurale o di montagna, per regione o provincia autonoma e la scelta della giunta trentina è caduta proprio sul centro della val dei Mocheni che conta solo 169 abitanti.  Ma l’opera, fa sapere il Comune, è esclusa dai finanziamenti, che saranno usati, invece, per una nuova strada in zona.

Omaggio ai canopi
La scultra è sicuramente «anomala» e contemporanea. L’artista, Paolo Vivian, originario di Serso, frazione di Pergine, la spiega così:«Ho voluto rappresentare la forza fisica e mentale di questi uomini venuti dal nord per lavorare sottoterra.  La struttura della figura è un incrocio di tubi di ferro curvi, come la via che li ha fatti arrivare qui, come gli stretti cunicoli che avrebbero scavato in queste montagne. E tavole di legno come le impalcature e le armature di quel tempo, che lasciano attraversare la luce dentro la figura. Una figura pesante come  la forza di questi uomini, ma leggera nelle trasparenze che riporta luce, la speranza come in ogni risalita, che era ogni volta rinascere». Per la critica Dora Bulart, la scultura:«crea una connessione immaginaria con il passato attraverso l’iconografia mineraria e gli oggetti semiotici. Vivian esprime così un pensiero poetico sulla forza interiore umana, evocando la dura e umile esistenza dei canopi mòcheni. È l’artista stesso ad operare come un minatore, che riesce a calarsi più a fondo dove sono le venature dell’anima, cercando di estrarre, di portare alla luce le più preziose virtù umane  – la  fede, la speranza, l’umanità, il coraggio e la solidarietà».
Progetto didattico
Il sindaco Franco Moar ha fin da subito difeso l’opera: «Il progetto storico-culturale e didattico del Comune di Palù del Fersina – afferma mira a promuovere la storia, la lingua e la cultura mòchena. La scultura di Vivian, il famoso artista che da anni vive a Palù, è come un segno di questo passato e un simbolo dello spirito del lavoratore, significativo per la nostra storia e la nostra comunità».