la condanna
giovedì 23 Marzo, 2023
Trento, ruba del pesce fritto dal take away per fame, condannato
di Benedetta Centin
Patteggia undici mesi e 25 giorni di reclusione per un bottino da 4,75 euro

Nell’ottobre di due anni fa, attanagliato dalla fame, e con il portafogli vuoto, aveva arraffato, tra gli scaffali di un supermercato di via Manci, in pieno centro storico di Trento, due cornetti e una frittura di pesce. Valore complessivo della merce 4,75 euro. Meno di 5 euro. Ieri mattina l’extracomunitario, un nigeriano di 34 anni, è comparso in aula, in tribunale, davanti al giudice per l’udienza preliminare Enrico Borrelli, per patteggiare. Una pena di quasi un anno. Per la precisione undici mesi e venticinque giorni di reclusione. Questa infatti la pena ratificata dal giudice per il reato di rapina impropria, per aver opposto resistenza alla direttrice dell’Eurospar che aveva tentato di fermarlo mentre inforcava la porta con gli alimenti. Il ladro, allora, vedendosi spacciato, si era divincolato e aveva spinto la responsabile. Così il furto si era trasformato appunto in rapina impropria. Allora per il nigeriano era scattata la denuncia.
Lui, di suo, già con un precedente per spaccio di sostanze stupefacenti, aveva anche inviato una lettera di scuse alla direzione del punto vendita di Trento. Spiegando le motivazioni che lo avevano indotto a fare la spesa gratis, a rubare tra le corsie senza passare per la cassa. Con nascosto quella frittura di pesce di poco più di tre euro e i due cornetti da ottanta centesimi circa l’uno. «Avevo fame e non avevo soldi con cui pagare la spesa e non volevo essere costretto a spacciare droga per ottenere degli euro e riuscire così a sfamarmi» aveva scritto in una lettera, in cui chiedeva pure scusa anche per quanto commesso, dicendosi pentito. Facendo sapere anche, come ribadito anche ieri in tribunale dal suo avvocato, che era pronto a risarcire il danno. Con cento euro totali. Ma, niente da fare.
L’accusa è rimasta – e pure il procedimento penale già incardinato – e lo straniero originario della Nigeria, con una posizione da regolarizzare sul territorio italiano e già in carcere a Spini di Gardolo per il precedente di spaccio di sostanze stupefacenti, ha scelto di chiudere la sua posizione scendendo a patti con la giustizia. Il patteggiamento è stato ratificato ieri mattina nelle aule di giustizia cittadine: poco meno di un anno di pena per una manciata di euro di alimenti.
Una cifra quanto mai esigua, che è valsa comunque un processo.
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