Il progetto

mercoledì 8 Maggio, 2024

Trento, il rendering delle sei torri Sequenza in stile Dolomiti: «Duecento alloggi per social housing»

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Due edifici alberghieri: il più alto 78 metri. In più Md, stazione a ponte e piazza

Sei torri, sei guglie dolomitiche. «Ci siamo lasciati ispirare dalle montagne, in particolare dal Campanile Basso». Così l’architetto e urbanista trentino Roberto Bortolotti, affiancato dai professionisti dello studio «Spread out» di Milano, ha presentato il progetto della famiglia Podini in area Sequenza, vicino al sito inquinato ex Sloi, a Trento nord. Ieri il render del nuovo quartiere è approdato nella Commissione consiliare per l’urbanistica del Comune di Trento. «Il 55% della superficie sarà ad uso residenziale — ha aggiunto Bortolotti durante la seduta — Siamo pronti a rilanciare un eventuale piano di social housing della Provincia». L’idea è quella di realizzare fino a 200 appartamenti (minimo 170) per la cosiddetta fascia grigia della popolazione, cioè per quelle famiglie non abbastanza povere per un alloggio popolare e non abbastanza benestanti per il libero mercato. Due delle sei palazzine, invece, saranno alberghiere e ad uso uffici, di cui la più alta di 78 metri, quasi il doppio delle torri di Madonna Bianca. Si pensa già ai materiali: «Pietra e metallo». Inoltre ci saranno due strutture commerciali, la più grande ospiterà il supermercato Md, discount di proprietà dello stesso gruppo Podini. È prevista, infine, una stazione di transito con una piazza.
La città verticale
Partiamo dalle palazzine. La proposta prevede la realizzazione di «sei torri, raggruppate due a due, di diversa altezza e differenti destinazioni d’uso: residenziale, nello specifico housing sociale, polifunzionale e alberghiero», così ha esordito l’assessora all’urbanistica Monica Baggia nell’introdurre la richiesta di parere preventivo al piano guida depositata dalla società Sequenza, holding immobiliare di Podini da cui prende il nome l’area da 23mila metri quadrati. Quello di ieri è stato il primo atto di un lungo percorso, di una lunga trattativa fra il Comune e la proprietà. Non è previsto il passaggio in Aula.
Parliamo, dunque, di tre blocchi, ciascuno dei quali composto da due torri, una più alta e una più bassa, attaccate l’una all’altra. Due blocchi saranno residenziali, l’altro ricettivo e direzionale. Vediamo l’estensione delle tre guglie maggiori. La torre più alta, quella alberghiera, si alzerà verso il cielo fino a 24 piani, arrivando a toccare quota 78 metri, quasi il doppio delle torri di Madonna Bianca, alte circa 42 metri (14 piani). La seconda torre raggiunge 66 metri (20 piani), invece la terza 52 metri (16 piani). Una rivoluzione nel tessuto urbano della città. «Dobbiamo avere un cambio di prospettiva. Dobbiamo sfatare il mito del limite di altezza di 16 metri e mezzo del Prg del 1991 di Vittorini, dobbiamo infrangere questo tetto di cristallo. Vittorini lo aveva previsto per richiamare la Roma di Sisto V, ma dare un’altezza fissa per il fondovalle è assurdo», ha spiegato Bortolotti, in presenza anche di Alfredo De Rivo di Sequenza spa.
Quarantamila metri cubi in più
È da quindici anni che Bortolotti, su mandato della famiglia Podini, sta lavorando a questo progetto. Il disegno ha preso traiettorie diverse con il passare del tempo. Una svolta è arrivata con la circonvallazione ferroviaria. All’altezza del futuro quartiere, infatti, sbucherà (in trincea) il tunnel della linea merci già in corso di realizzazione. «Abbiamo dovuto prevedere una stazione di passaggio in corrispondenza dell’uscita del tunnel, sia per la linea Trento-Malè che per la linea storica — ha spiegato l’architetto — Sarà quindi necessario realizzare una viabilità interna al comparto per poter raggiungere la stazione e una piazza pubblica ad uso della stazione, in più dovrà esserci una fermata importante dell’autobus in via Maccani». Sostanzialmente l’attuale stazione di transito della Trento-Malè (Trento nord-Zona commerciale) sarà spostata di circa 300 metri più a sud. Sarà una stazione a ponte, con annesso passaggio ciclopedonale che creerà un collegamento tra via Maccani e via Brennero. «Vicino alla piazza ci sarà una rampa che porterà alla stazione», ha aggiunto Bortolotti.
Tutto questo è determinante per la richiesta della proprietà in deroga al Piano regolatore generale (Prg) in merito all’indice di utilizzazione territoriale: 0,95 anziché 0,6. In sostanza si chiede la possibilità di edificare 100mila metri cubi, anziché i 60mila ammessi. Per capirci: senza deroga, sparirebbe una torre e mezza in termini volumetrici. «Inizialmente dovevamo cedere al pubblico il 20% della superficie, ma con la stazione cederemo il 38% a Rfi e Comune. Per questo — ha detto Bortolotti — abbiamo chiesto la deroga all’indice». Per dare maggiore forza alla richiesta, i progettisti hanno sottolineato come sia stato destinato il 55% della superficie alla residenzialità, contro il 45% obbligatorio.
Parcheggi, Md e piazza con fontana
Il terreno non risulta inquinato. «Nelle acque di falda, il piombo, in arrivo dall’ex Sloi, subisce un processo di decadimento», ha spiegato il geologo Lorenzo Cadrobbi. Motivo per cui è stato chiesto di alzare il terreno di 1,5 metri per realizzare un solo piano interrato di parcheggi «senza toccare la falda». Al centro delle torri nascerà una piazza privata con una fontana.
Passiamo al 45% terziario. Su via Vittime delle Foibe si affaccerà una grande piattaforma per il discount Md, mentre su via Maccani un’altra struttura più piccola commerciale. I tempi? Si dovrà aspettare la fine dei lavori del bypass. «Contiamo di avere i primi permessi di costruire tra 2 anni e mezzo, poi — ha detto Bortolotti — ci vorranno 5 anni per la realizzazione del complesso». Si arriva così al 2031.