La decisione
giovedì 6 Novembre, 2025
Trento, il Centro storico boccia il Cpr: «Sospendere il progetto»
di Serena Torboli
Il Consiglio circoscrizionale approva un documento che chiede alla Provincia di riattivare il dialogo con il Comune: «Servono politiche condivise, efficaci e coerenti con i valori dell’Autonomia trentina»
Il Consiglio circoscrizionale Centro storico-Piedicastello chiede di fermare la realizzazione del Cpr a Piedicastello e riattivare il confronto con il Comune, le circoscrizioni e la società civile per individuare «politiche condivise, efficaci e coerenti con i valori dell’Autonomia trentina e della dignità umana». Queste le parole del documento, approvato con 8 favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti, che interviene con toni molto duri sulla firma del protocollo d’intesa tra Provincia e ministero degli Interni per la realizzazione nel 2026 a Piedicastello di un Centro di permanenza per i rimpatri.
Il documento ricorda che nel protocollo è contenuta anche la disponibilità da parte del ministero di dimezzare il numero dei posti in accoglienza in Trentino, da 730 a 350. «Le due operazioni tra loro interconnesse – si legge nel testo- confermano il processo di smontaggio progressivo delle politiche di accoglienza e coesione attive sul territorio provinciale prima del 2018 e oggi fortemente definanziate e private di progettualità nella piena condivisione tra governo nazionale e locale». Oggi si è spostata «l’attenzione esclusivamente sulla componente repressiva», si aggiunge.
Il testo, approvato a maggioranza, ha evidenziato che nella stipula dell’accordo con il ministero è stato evitato il confronto con l’amministrazione comunale, «snaturando così lo spirito di cooperazione che dovrebbe contraddistinguere l’esercizio dell’Autonomia trentina». Nel documento, inoltre, si ricordano le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale nei Cpr, «dove le condizioni di detenzione rimangono spesso coperte da una spessa cortina di opacità».
Ci si concentra poi sull’area a sud dell’ex Italcementi, Maso Visintainer, in cui dovrebbe sorgere il Cpr, «oggi occupata da un’abitazione privata (per la quale è previsto l’acquisto da parte della Provincia, dopo l’allontanamento senza preavviso di alcune famiglie) e al punto di intersezione tra tangenziale ed autostrada che a prima vista non garantisce le condizioni minime di sicurezza per la struttura e per la cittadinanza».
Il Consiglio circoscrizionale chiede quindi alla giunta comunale e al sindaco di Trento Franco Ianeselli di sollecitare il presidente della Provincia Maurizio Fugatti a «sospendere ogni iniziativa unilaterale» e di riaprire un percorso di confronto con il Comune, le circoscrizioni e la società civile per individuare, appunto, «politiche condivise, efficaci e coerenti con i valori dell’Autonomia trentina e della dignità umana».
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