Domenica di Pasqua

domenica 31 Marzo, 2024

Tisi: «L’abbraccio delle due madri a Montalbiano, Stefano Bertoldi e i volontari: esempi di resurrezione»

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Nella sua omelia del pontificale di Pasqua, in Duomo a Trento, l'arcivescovo ha citato anche il femminicidio di Valfloriana. «Cristo è risorto, il male non ha l’ultima parola»

L’abbraccio in cui si sono strette due madri a Montelbiano, Valfloriana, a gennaio: la mamma di Igor Moser che ha ucciso l’ex compagna e madre dei suoi figli, e la mamma della vittima, di Ester Palmieri. Ma anche la testimonianza di Stefano Bertoldi, tra i fondatori dell’Associazione Ama e dell’Hospice di Trento, morto a settembre scorso a 59 anni. E, ancora, i tanti gesti gratuiti di migliaia di volontari, con Trento che quest’anno è capitale europea del volontariato. Sono tre immagini, tre testimonianze, tre esempi di resurrezione, menzionati dall’arcivescovo Lauro Tisi nella sua omelia del pontificale di Pasqua, celebrato questa mattina in Duomo a Trento. Ad animare la celebrazione, trasmessa in diretta sul canale YouTube della Diocesi e su Telepace Trento, la cappella musicale del duomo.

«Manca un corpo alla contabilità della morte. Cristo è risorto, il male non ha l’ultima parola» le parole rassicuranti con cui l’arcivescovo Lauro ha aperto l’omelia. «Di fronte alla violenza che dilaga, la Pasqua – ha proseguito l’arcivescovo – ci invita a lasciare il nostro pianeta di tombe e, attraverso le ferite del Risorto, veder fiorire la luce nelle piaghe della nostra vita». Una prospettiva che secondo don Lauro è resa «estremamente difficile» dall’”attitudine a frequentare la morte, evocata nei nostri dialoghi giornalieri dove dipingiamo il nostro come il peggiore dei mondi possibili». L’invito è dunque lasciarsi «scaldare il cuore dalle Scritture», per verificare come «la comunità credente – rammenta l’arcivescovo – non è nata dal solo ricordo di Gesù» che «avrebbe al massimo potuto creare – nota – una scuola di pensiero, come accaduto con tanti grandi personaggi della storia». «La comunità credente – sottolinea monsignor Tisi – nasce invece da una presenza, non da un ricordo».
L’arcivescovo di Trento indica poi alla Chiesa trentina significativi indizi del risorto, come l’«abbraccio delle due madri coinvolte nella incommensurabile tragedia di Montalbiano», che «scelgono di non aprire la porta al male ma di affrontare insieme l’immane dolore». E ancora la «testimonianza di Stefano Bertoldi, tra i fondatori dell’Associazione Ama e dell’Hospice di Trento», scomparso prematuramente ma «un ramo che continua a fiorire», piuttosto che i «tanti gesti gratuiti di migliaia di volontari». «Potremmo continuare – ha concluso don Lauro –, ma lascio a tutti voi la gioia di trovare nella vostra vita i segni del Risorto».