Politica
venerdì 27 Giugno, 2025
Terzo mandato ai governatori: finisce la lunga telenovela con il no in commissione. Ma Fugatti può ancora sperare
di Donatello Baldo
Forza Italia (a trazione Tosi) dice noi alla ricandidatura di Zaia e De Luca. Ma in Trentino la partita sarà decisa dalla Consulta

Non è andato a buon fine l’ultimo tentativo della Lega di introdurre la possibilità di un terzo mandato per i governatori. L’emendamento al disegno di legge sulla composizione dei consigli regionali non è passato: respinto dalla commissione Affari costituzionali del Senato. I voti a favore sono stati soltanto cinque, oltre a quelli della Lega quelli di Italia Viva e di Meinhard Durnwalder della Svp, componente del gruppo per le Autonomie. Quindici i contrari, tra cui il resto della maggioranza con la sola astensione dei commissari di Fratelli d’Italia. La coalizione del centrodestra, dunque, si è divisa.
I meloniani non hanno fatto il passo decisivo, stoppati dal no granitico di Forza Italia. Tant’è che i ministro del Carroccio Roberto Calderoli parla di «amarezza» rispetto al «muro di Forza Italia». L’apertura di Fratelli d’Italia verso la Lega non è bastata, dunque. E tramonta per sempre la possibilità di un altro giro per i governatori di Veneto e Campania — Luca Zaia (per cui sarebbe stato in realtà il quarto mandato) e Vincenzo De Luca — le cui regioni andranno al voto in autunno, assieme a Toscana e Puglia.
Tecnicamente, la questione non tocca il Trentino, perché la materia elettorale è di competenza primaria. Ma anche qui la questione del terzo mandato è stata posta — con una legge votata dal Consiglio provinciale, impugnata dal governo e ora sub iudice davanti alla Corte costituzionale — e il De profundis cantato a Roma sulla norma tanto agognata dai leghisti non può che riverberarsi anche alle latitudini autonome. «Il dibattito nazionale — dice infatti il capogruppo della Lega Mirko Bisesti — avrebbe aiutato se la maggioranza avesse portato un esito positivo. Abbiamo visto l’apertura di Fratelli d’Italia, mentre un’altra forza della coalizione, Forza Italia, ha mantenuto la sua contrarietà. Il gioco delle parti — dice Bisesti — con la Lega che è rimasta coerente con se stessa». Detto questo, il leghista pone la questione trentina su un altro piano: «Il nostro, e lo abbiamo sempre detto, è un percorso che parte dalla nostra specificità. Una norma votata dal nostro Consiglio provinciale che su questo ha la competenza statutaria». E conclude così: «A Roma il terzo mandato non passa, qui la partita è un’altra. La nostra legge, purtroppo impugnata dal governo nazionale, ha un percorso a sé. Aspettiamo dunque la pronuncia della Corte costituzionale».
«Forza Italia — commenta invece il consigliere del Pd Paolo Zanella — ha tenuto il punto. Non si può concentrare il potere per più di dieci anni nelle mani di una persona, il limite dei mandati è bilanciamento all’elezione diretta con premio di maggioranza». Per quanto riguarda la norma trentina, «aspettiamo il pronunciamento della Corte sul principio di parità di diritti di elettorato passivo». E spiega: «Se questi varranno anche per le Regioni e le Province autonome la partita si chiuderà lì, altrimenti rimane il tema politico dell’Autonomia di decidere dove si pone il limite alla concentrazione dei poteri: in un’Autonomia speciale dove questi sono maggiori che in Regioni ordinarie i due mandati sono limitati. E quindi — conclude — se la Corte ritiene legittima legge Bisesti, avanti con il referendum»