la polemica

sabato 2 Agosto, 2025

Terremoto nella Trentino School of Management, l’Ateneo si autosospende. Deflorian: «Tensioni, rallentamenti e personalismi inaccettabili. Intervenga la Provincia»

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Dopo i rinvii, a settembre si discuterà di una possibile uscita dalla società di formazione: «Scelta dolorosa, ma così non si può più andare avanti»

Tanto tuonò che infine piovve. Attraverso una lettera firmata dal rettore Flavio Deflorian, l’Università di Trento ha annunciato l’intenzione di autosospendersi temporaneamente dagli organi a capo della Trentino School of Management (Tsm), la società a partecipazione pubblica che si occupa di formazione di impresa e di cui fanno parte, oltre all’Ateneo, anche la Provincia e la Regione. Il testo è stato infatti inviato ai presidenti Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, agli assessori Achille Spinelli e Francesca Gerosa, al direttore generale della Provincia Raffaele De Col e ai vertici della stessa Tsm: l’amministratore delegato Delio Picciani e il presidente Francesco Barone. È sulle deleghe a quest’ultimo, coordinatore di Gioventù Nazionale del Trentino (l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia) e «braccio destro» di Gerosa che, negli ultimi mesi, si è acceso il dibattito (Il T di ieri) da cui adesso l’università si chiama fuori.

«Tensioni, rallentamenti e personalismi inaccettabili»
«Questo ente versa da più di un anno in una situazione di grave criticità che non permette più di attendere oltre prima di prendere inevitabili decisioni – scrive Deflorian – Fin dall’insediamento del nuovo CdA, è apparsa a tutti la situazione di contrasto nelle strategie di gestione, in particolare fra il Presidente Barone e l’Ad Picciani. Numerosi fattori hanno gravemente compromesso il funzionamento di Tsm». L’elenco di questi fattori è veramente lungo: si fa riferimento all’ «impossibilità di definire deleghe gestionali chiare», al «rallentamento delle attività», a «tensioni tra il personale», a una «marcata politicizzazione di un organismo formativo», a «personalismi inaccettabili». E altrettanto pesanti sono le conseguenze: «La decisione di lasciare Tsm da parte della Direttrice Borz, il forte malessere di alcuni dipendenti, la recente rinuncia ad accettare l’incarico dell’Odv, sono alcuni esempi – prosegue il rettore – Tale situazione, è ormai di dominio pubblico».
L’ennesimo rinvio
Deflorian ripercorre anche gli ultimi turbolenti mesi da quando a luglio 2024, in controtendenza rispetto ai mandati precedenti, il neopresidente Barone ha deciso di mantenere alcune delle deleghe operative prima spettanti al suo vice (cioè l’Amministratore Delegato). Competenze che valgono 5mila euro di indennità in più, diventati quindi oggetto di tensioni con Picciani: «L’Università, con senso di responsabilità, ha cercato di aiutare a ricucire i contrasti e trovare soluzioni – scrive Deflorian – Lo ha fatto mantenendo un profilo riservato e istituzionale, senza alcun successo. L’impressione è che l’Ateneo sia l’unico soggetto a dimostrare un reale impegno verso Tsm, ponendo l’accento sull’interesse e sull’efficacia dell’ente, piuttosto che su dinamiche poco costruttive». Nella lettera si cita anche un episodio di pochi giorni fa: «Durante il Consiglio di Amministrazione del 28 luglio scorso – si legge – il punto all’ordine del giorno relativo alla definizione chiara delle deleghe tra Amministratore Delegato e Presidente, richiesta espressamente da tutti i consiglieri, è stato nuovamente rinviato, con l’intenzione di affrontarlo in una successiva discussione politica al di fuori delle sedi previste. Il tutto senza alcun nostro coinvolgimento». Per Unitn, il rinvio è stato la goccia che ha fatto definitivamente traboccare il vaso: «Abbiamo preso atto che le difficoltà appaiono riconducibili a dinamiche prevalentemente politiche, e che l’Università risulta di fatto esclusa da ogni ruolo attivo nella governance dell’ente – attacca Deflorian – Per questo motivo, abbiamo ritenuto opportuno sospendere temporaneamente la nostra partecipazione agli organi di gestione».
Cosa succede ora
Per la decisione definitiva servirà attendere qualche settimana: «Intendiamo portare la questione all’attenzione del Senato Accademico nel mese di settembre, così da avviare una riflessione approfondita sull’opportunità per l’Università di Trento di mantenere il proprio coinvolgimento in un ente che sembra orientato più da logiche politiche che da criteri di competenza – scrive Deflorian – Questa decisione rappresenta un grosso dispiacere perché riteniamo che Tsm abbia, oltre che una storia più che ventennale che merita rispetto, un ruolo importante per il futuro della formazione permanente». La porta rimane aperta, ma serve un cambiamento: «Per rilanciare l’ente riteniamo sia necessario un intervento chiaro da parte del socio di maggioranza e controllo, la Provincia – aggiunge il rettore – Tale intervento dovrebbe prevedere una revisione sostanziale dell’attuale assetto di governance che, a oltre un anno dalla sua definizione, non ha dimostrato un’efficace capacità di gestione». La palla passa quindi ora alla Provincia: «il problema – conclude Deflorian – è di natura esclusivamente politica, e in quella sede andrà affrontato. Nel mentre, l’Università fa un passo indietro».