Il report

sabato 28 Giugno, 2025

Temperature record, in Trentino registrati due colpi di calore nelle fabbriche. E un lavoratore su due segnala sintomi di affaticamento anomalo

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Il report presentato dalla Fim Cisl riporta i sintomi più diffusi: «Il 66,7% dei lavoratori interpellati segnala una sudorazione eccessiva e continua»

Il 66,7% dei lavoratori interpellati segnala una sudorazione eccessiva e continua. Il 46,7% presenta sintomi di astenia, affaticamento anomalo. Il 33,3% ha mal di testa. Poi perdita di coordinazione e di equilibrio e vertigini, iperventilazione con respiro affannoso, instabilità emotiva e perdita di lucidità. Due casi di crampi da calore e – il dato più grave di tutti – 2 casi di colpo di calore, che non è un semplice malessere ma una vera e propria emergenza medica che indica il collasso dei meccanismi di termoregolazione dell’organismo. «La sua occorrenza in un contesto lavorativo segnala un fallimento del sistema di prevenzione aziendale». Sono i principali risultati del report presentato dalla Fim Cisl trentina, coordinata dal segretario Paolo Cagol, nel quadro della nona edizione della Campagna Calore, l’iniziativa promossa dal Coordinamento industria Cisl del Trentino e portata avanti con continuità dal 2017 per sensibilizzare e prevenire i rischi associati alle ondate di calore nei luoghi di lavoro.

 

L’indagine di giugno 2025, spiega la Fim, è stata condotta in un contesto climatico di particolare criticità. Le giornate di rilevazione, tra il 26 e il 27 giugno cioè ieri e l’altro ieri, sono coincise con un’ondata di calura eccezionale che ha investito la provincia di Trento, caratterizzata da temperature record per il mese, con valori massimi che hanno superato i 38 gradi, e da allerte meteo diramate dalle autorità per caldo intenso e rischio di fenomeni temporaleschi violenti. Questo scenario climatico estremo ha esacerbato le condizioni di lavoro all’interno delle fabbriche metalmeccaniche. Tali ambienti, spesso privi di impianti di condizionamento, caratterizzati dalla presenza di macchinari che generano notevoli quantità di calore e umidità e dove i lavoratori spesso sono impegnati in attività di elevato impegno fisico, devono indossare vestiario pesante e poco traspirante e Dispositivi di protezione individuale ai fini della sicurezza, sono a tutti gli effetti classificabili come «ambienti severi» ai sensi della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

 

L’analisi della percezione soggettiva del disagio durante l’attività lavorativa rivela una situazione di criticità diffusa, sostengono i metalmeccanici Cisl. Un terzo dei rispondenti – in tutto 30 – ha dichiarato un disagio «moderato», un terzo un disagio «significativo» e un terzo un disagio «estremamente elevato». Sono però molti di più di coloro che dichiarano un disagio estremamente elevato i lavoratori e le lavoratrici che riportano sintomi clinicamente rilevanti, come quelli visti prima. Questo scostamento è un indicatore di rischio critico. I lavoratori, si legge ancora nel report, hanno identificato una serie di fattori oggettivi, legati all’ambiente e all’organizzazione del lavoro, come cause dirette del loro disagio. I più citati sono stati temperatura e umidità elevate (23 segnalazioni), fonti di calore (16 segnalazioni), abbigliamento pesante (10 segnalazioni). Fattori che creano un effetto sinergico negativo che può essere definito come una «trappola termica».

Per essere efficace, quindi, la prevenzione deve agire su tutti i fronti.