La storia

sabato 18 Ottobre, 2025

Silvia Biasioli, pasticciera e ingegnera: «A Sopramonte la mia caffetteria, un posto per incontrarsi davanti a un dolce. Ogni creazione è geometrica»

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Una doppia formazione, diversa solo in apparenza. «La pasticceria è tecnica e quello che ho studiato serve. Il dolce del momento? Castagne con ribes»

Un futuro in ingegneria, tracciato tra numeri e progetti, e poi una scelta tanto forte quanto inaspettata: mollare tutto per dedicarsi alla pasticceria. Silvia Biasioli, ingegnere di formazione, pasticcera per vocazione, ha inaugurato nel 2020 la sua prima pasticceria a Sopramonte e successivamente un punto vendita a Trento: ieri a Sopramonte ha inaugurato la sua caffetteria, che sarà annessa al laboratorio, dove da cinque anni sforna dolci che raccontano la sua storia, fatta di coraggio, cambi di rotta e tanto cuore.

Due mondi apparentemente lontani ma accomunati da regole simili: equilibrio, metodo e creatività. Con il suo brand ‘Silvia Biasioli patisserie’, fatto di dolci che seguono proporzioni geometriche, un design curato e esteticamente raffinati, l’ex studentessa in ingegneria edile e architettura ha inaugurato ieri una nuova tappa del suo percorso, nel paese dove è nata e cresciuta.

Biasioli, l’ingegneria e la pasticceria sono due mondi all’apparenza diametralmente opposti, cosa li accomuna?
«La pasticceria è anch’essa una scienza, bisogna essere precisi e rigorosi, anche il fattore estetico per me è da sempre fondamentale, io sono ingegnere e quindi curo sempre molto la parte di estetica, cerco di unire estetica e creatività quando cucino».

C’è stato un momento preciso in cui ha capito che la sua strada era un’altra? Può raccontarcelo?
«Nel secondo anno di ingegneria, durante la pausa estiva, sono partita per fare la stagione e da lì ho capito che ciò che volevo fare nella vita era quello. Prima era solo un hobby, mi piaceva cucinare i dolci in casa per passione. Durante quella stagione, nonostante sacrifici e molte ore di lavoro, ho capito che lavorare in cucina fosse la mia strada».

Come il suo percorso di studi ha aiutato a dare vita alle sue creazioni? C’è un approccio “scientifico” nella sua cucina?
«La pasticceria si basa anch’essa su criteri scientifici, da qui non si scappa. Studiare le varie consistenze dei dolci, è come studiare i materiali oppure costruire le stratificazioni di una qualsiasi struttura. Prima si progetta e poi si sperimenta, in entrambi i settori, fino a che non si raggiunge un equilibrio tra estetica, struttura e stabilità: un processo applicabile sia alla pasticceria che all’ingegneria».

Quanto è stato importante l’appoggio della sua famiglia dopo che ha detto di non voler più fare l’ingegnera, dedicandosi solo alla pasticceria?
«All’inizio lo vedevano più come una sbandata temporanea, dopo sono andata avanti con la mia testa e ho continuato a lavorare, poi si sono resi conto che era quella la mia strada. Una volta laureata mi hanno supportata in tutto il percorso; sono partita per Brescia prima, poi ho girato varie pasticcerie, di cui una a Brunico dove ho imparato molto, soprattutto nella gestione aziendale. Io utilizzo un sistema di gestione della mia azienda basato su file excel: anche in questo i miei studi mi hanno aiutato molto».

Quali ostacoli ha trovato nel percorso?
«La grandissima parte di burocrazia sicuramente, per ogni minima cosa occorre un permesso o l’autorizzazione, a me piacerebbe essere più operativa in laboratorio invece che in ufficio. Un altro ostacolo è sicuramente la ricerca del personale, non abbiamo ricevuto tanti curriculum e quei pochi non erano molto adatti alle nostre richieste».

Come mai proprio a Sopramonte e non magari in centro città?
«Abbiamo un punto vendita in via Mazzini, in centro, io però sono di Sopramonte, quindi aprendo nel mio paese mi sento a casa. Era giusto aprire qui la caffetteria, conosco anche molto meglio il posto e i clienti, con i quali ho un rapporto stretto. La clientela ha esigenze totalmente diverse rispetto al centro città; la caffetteria nasce anche per avere un luogo più a contatto diretto coi clienti, dove si siedono, mangiano, parlano tra loro. Offriamo anche uno spazio per festeggiare compleanni, abbiamo aperto giovedì scorso e abbiamo già avuto 4 compleanni. Quello che era il mio sogno che volevo concretizzare, adesso sta prendendo la forma che volevo, con un locale completo dove i clienti possono sentirsi a loro agio, con anche uno spazio apposito riservato ai bambini».

Qual è la ricetta più rappresentativa, il pezzo forte?
«Il dolce del momento è la castagna col ribes: una mousse al ribes nero ricoperta da un guscio di cioccolato e nocciole. Io però prediligo la mousse al cioccolato e alla nocciola, e tutta la parte di “struttura del cioccolato”. Da sempre il nostro pezzo forte è la torta con crema chantilly e lamponi, con una base di pasta frolla e il pan di spagna. Quando penso a un dolce cerco di combinare diversi giusti, seguo molto la stagionalità dei prodotti e cerco di aggiungerci la mia fantasia».