Economia

martedì 26 Agosto, 2025

Sempre meno negozi: in 14 anni, in Trentino, ne sono stati chiusi 871

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La fotografia della Camera di Commercio: Il 2023 l'anno peggiore, ma aumentano gli impiegati nel settore

Oltre sessanta negozi l’anno chiusi, in un periodo di 14 anni. Gli ultimi dati della Camera di Commercio del Trentino certificano le difficoltà del commercio al dettaglio.

Tra il 2010 e il 2024, infatti,  i negozi con sede «fisica» in Trentino ha subito una riduzione significativa: gli esercizi attivi sono passati da 5.997 a 5.116, con una perdita complessiva di 881 negozi. L’analisi, condotta dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio sui dati del Registro delle imprese, evidenzia come il calo sia stato particolarmente marcato nell’ultimo anno: rispetto al 2023, quando le attività erano 5.233, la flessione è stata di ulteriori 117 unità. Il fenomeno non è uniforme: alcune comunità di valle hanno registrato contrazioni superiori al 20%, come la Valle di Fiemme (-21,7%), la Val di Non (-21,1%), la Valsugana e Tesino (-20,8%) e le Giudicarie (-20,5%). Al contrario, realtà come la Rotaliana (-10%), la Paganella (-5,8%) e l’Alto Garda e Ledro (-4%) hanno dimostrato una maggiore capacità di resistenza.

Un peso rilevante continua a essere esercitato dai due poli urbani principali. A Trento e Rovereto si concentra il 30,4% dei negozi della provincia e il 36,2% della superficie di vendita complessiva. Nel capoluogo sono attivi 1.128 esercizi, per un totale di oltre 182 mila metri quadrati, più del doppio rispetto a Rovereto, dove i negozi attivi sono 428, con una superficie commerciale di poco superiore a 87 mila metri quadrati. Parallelamente, cresce la dimensione media dei punti vendita: a fine 2024 la superficie di vendita media per esercizio è salita a 146 metri quadrati, in aumento rispetto ai 141 del 2023 e ben al di sopra dei 114 registrati nel 2010. Segnali che indicano una tendenza alla concentrazione in strutture più ampie, nonostante il calo numerico.

La trasformazione non riguarda solo i numeri complessivi, ma anche la specializzazione. Negli ultimi 14 anni sono diminuiti soprattutto i negozi di abbigliamento (-165), tessili (-94), ferramenta e materiali per edilizia (-90) e cartolerie (-85). In controtendenza crescono invece farmacie e parafarmacie (+40), punti vendita di alimentari specializzati (+29) e negozi di articoli medicali e ortopedici (+25). Parallelamente si consolida il commercio fuori sede: a fine 2024 si contano 866 attività, tra cui 396 ambulanti (erano 728 nel 2010), 320 dedicate al commercio online (55 nel 2010), oltre a vendite a domicilio, per corrispondenza e tramite distributori automatici. In flessione anche il commercio all’ingrosso, che scende a 1.117 imprese (-242 rispetto al 2010). Positivi, però, i dati occupazionali: il dettaglio impiega oggi 15.977 addetti, in crescita rispetto ai 15.807 del 2023, mentre l’ingrosso assorbe 7.088 lavoratori, anch’essi in aumento sull’anno precedente.

«Dall’elaborazione dei dati – osserva Andrea De Zordo, Presidente della Camera di Commercio di Trento – emerge che a una contrazione del numero di esercizi commerciali corrisponde un aumento sia delle superfici di vendita, sia del numero degli addetti e l’andamento inversamente proporzionale di questi indici mette in luce come ci si stia spostando verso attività sempre più complesse, che occupano spazi sempre maggiori e che quindi necessitano di un maggior numero di addetti per essere gestiti. Si tratta, in buona sostanza, dell’aumento del numero di centri commerciali, che avviene a spese degli esercizi più piccoli ai quali, però, va riconosciuta anche una funzione sociale, oltre che meramente commerciale, capace di favorire l’aggregazione nei paesi più decentrati e meno popolosi, di garantire il presidio del territorio e che merita quindi di essere sostenuta e preservata».