Val di Cembra

sabato 13 Dicembre, 2025

Segonzano, un’antenna sul sentiero delle piramidi di terra: il Comune non la vuole ma per la Provincia è strategica

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L'intervento è finanziato dal Pnrr. La sindaca Grazia Benedetti: «Invece di vedere la valle e le montagne, ci si troverà davanti un palo di 28 metri»

Sul sentiero che conduce alle piramidi di terra di Segonzano, in località Luch, potrebbe presto sorgere un’altra «piramide», questa volta di acciaio. È un’antenna per le telecomunicazioni 5G alta 28 metri, il cui progetto ha ottenuto il via libera dalla Provincia. L’intervento è stato presentato da Inwit e FiberCop, nell’ambito dei progetti finanziati dal Pnrr per la copertura delle cosiddette aree bianche, territori in cui il mercato non garantisce investimenti spontanei nelle reti di comunicazione. L’impianto verrà realizzato nonostante il parere negativo espresso sia dal Comune di Segonzano sia dal Servizio provinciale per la tutela del paesaggio, contrari alla localizzazione scelta per l’impatto sull’area del Parco delle Piramidi. Dopo un confronto durato mesi, i proponenti hanno individuato un terreno privato su cui collocare la struttura, soluzione che la Provincia ha ritenuto compatibile con il quadro normativo. L’antenna sarà dunque installata in un punto panoramico, proprio sul sentiero utilizzato per raggiungere le piramidi.

Nel provvedimento autorizzativo, viene qualificata come un’infrastruttura primaria del territorio: una definizione che, nel caso specifico, consente la realizzazione dell’opera anche in deroga agli strumenti urbanistici, in quanto ritenuta funzionale a un interesse pubblico prevalente, legato alla copertura e alla sicurezza delle reti di telecomunicazione. In particolare, l’antenna migliorerà la rete radiomobile, anche a servizio della protezione civile, in un’area considerata strategica dal piano nazionale di sviluppo delle reti.

Il no del Comune
La notizia è stata però accolta con grande amarezza a Segonzano. «La nostra contrarietà era ed è legata alla posizione», spiega la sindaca Grazia Benedetti. «Siamo nell’area del Parco delle Piramidi, lungo un sentiero panoramico molto frequentato. Solo quest’anno abbiamo contato 12.600 presenze. Invece di vedere la valle e le montagne, ci si troverà davanti 28 metri di antenna. Inizialmente dovevano essere 34. Anche dopo le modifiche e le mitigazioni, questa scelta ci lascia l’amaro in bocca».
L’amministrazione non ha messo in discussione né la legittimità tecnica dell’opera né i profili sanitari, riconosciuti come conformi alle normative vigenti sulla base dei pareri favorevoli espressi dall’Appa (l’Agenzia per la protezione ambientale) e dell’Azienda sanitaria. Il nodo resta dunque l’impatto paesaggistico e visivo, ritenuto particolarmente critico per un’area attraversata da sentieri panoramici e frequentata dai turisti.
«Nessuno mette in discussione l’importanza della copertura o le esigenze di sicurezza. Il problema è dove si è deciso di collocare l’impianto», spiega la sindaca. «Abbiamo provato a individuare posizioni alternative. Ma non abbiamo avuto il tempo per trovare una soluzione che fosse tecnicamente compatibile». Anche perché, spiega la sindaca, i vincoli del Pnrr non consentono di attendere oltre per non perdere il finanziamento.
Dal punto di vista urbanistico, quest’area sarebbe tutelata dal Piano attuativo del Parco delle piramidi, ma presto non lo sarà più, dopo la variante al Piano regolatore (che è già stata approvata in prima adozione). In ogni caso, secondo la Provincia, è un’opera talmente importante che può essere autorizzata in deroga, anche con il parere negativo del Comune.

L’antenna gemella
Anche perché l’antenna di Segonzano non è un intervento isolato, ma fa parte di una rete più ampia, strettamente collegata a un secondo impianto già autorizzato ad Altavalle, lungo la Strada del Ronch. I due siti, entrambi richiesti dagli stessi operatori e finanziati con fondi Pnrr, devono garantire una copertura congiunta per raggiungere gli obiettivi minimi richiesti dal bando nazionale.
Dal punto di vista tecnico, uno dei due impianti senza l’altro non sarebbe sufficiente a coprire tutto il territorio previsto, né a soddisfare i requisiti per il finanziamento. Questo legame ha di fatto ridotto il margine di manovra sulla localizzazione, rendendo difficilmente praticabili soluzioni alternative che il Comune stava ipotizzando (come il campo sportivo di Sevignano o un’area più a monte rispetto a quello attuale).
La sindaca spiega che non farà ricorso, ma conferma la delusione che si respira in paese: «Stiamo lavorando al nuovo piano regolatore e in centro storico abbiamo vincoli rigidissimi: colori, finestre e dettagli. Poi ci troviamo davanti a opere che possono derogare a tutto. È una contraddizione che facciamo fatica a spiegare ai cittadini»