La replica

mercoledì 3 Aprile, 2024

Scuola, petizione per tornare agli esami a settembre. Gerosa: «Penso a una terza via»

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Le firme depositate nelle mani del presidente Soini sono 548, raccolte tra gli insegnati delle superiori che chiedono il ripristino della sessione autunnale

Mentre l’assessora all’istruzione Francesca Gerosa sta cercando la «terza via», i docenti trentini presentano al Consiglio provinciale una petizione per ripristinare gli esami a settembre: 584 firme, questi tutte di insegnanti delle superiori, una nutrita rappresentanza che sottopone alla politica una richiesta precisa. L’obiettivo della petizione — ha affermato la professoressa Laura Rubagotti, prima firmataria — è quello di rimettere sul tavolo il problema dell’efficacia del sistema delle carenze formative. Un sistema che differenzia il Trentino da tutto il resto d’Italia, Alto Adige compreso. Rimettere al centro il dibattito su questo strumento, ha sottolineato la docente, non per nostalgia del passato, ma perché da tempo risulta chiaro il decadimento del sistema del recupero delle carenze in vigore nella nostra scuola».
Gerosa: usare l’autonomia
Dicevamo dell’assessora che pensa alla «terza via», che ieri è intervenuta a stretto giro dopo il deposito della petizione: «Il fatto che siamo una Provincia autonoma ci impone di esplorare anche altre strade. Ciò che appunto stiamo facendo con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema scolastico». Francesca Gerosa torna sulla sua idea mediana: «Come già anticipato qualche settimana fa — spiega la vicepresidente — stiamo definendo la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico che avrà il compito di elaborare una proposta di revisione dell’attuale sistema delle carenze formative. L’obiettivo non è quello di tornare al passato, ma di individuare una proposta nuova che sappia fare sintesi e superare i punti di debolezza tanto di un sistema quanto nell’altro». Spiega poi che il compito della commissione avrà «l’obiettivo di mettere a punto una proposta alternativa analizzando con attenzione il contesto di partenza, i dati delle carenze formative oltre che dei corsi di recupero avviati dalle scuole e altre attività svolte effettivamente dalle scuole e finalizzati al sostegno dei gli studenti».
«Decidiamo tutti assieme»
Il gruppo dovrà, inoltre, predisporre dei questionari che saranno sottoposti a docenti, studenti e dirigenti scolastici, e che potranno essere integrati nelle fasi di lavoro successive sia da rappresentanze di docenti che dell’Università. «Quando la proposta sarà elaborata — insiste Gerosa — procederò ad organizzare incontri sul territorio aperti ai docenti, la cui voce è per me importantissima, che potranno esprimersi in merito a una riforma così importante e delicata e che deve saper fare sintesi di esperienze e sensibilità diverse fra loro. Ascolterò anche il Consiglio del sistema educativo provinciale e la Consulta provinciale dei genitori». Proseguirà nel frattempo anche il confronto già avviato con gli studenti: «Avendo però ben chiaro che ciò cui tutti dobbiamo tendere è l’efficacia del modello al quale affidiamo un compito strategico: preparare i nostri ragazzi alle sfide di un mondo sempre più esigente e competitivo».
La petizione
Il tema è dibattuto da tempo, un altro tavolo di discussione sarebbe l’ennesimo. Per questo il mondo della scuola ha preso posizione. Ieri, davanti al presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini a cui è stata consegnata la petizione, oltre alla prima firmataria Rubagotti c’era il presidente del Consiglio educativo Giovanni Ceschi: «La situazione attuale è ormai insopportabile. Anche i ragazzi si sono resi conto che il sistema attuale è una trappola motivazionale, che finisce spesso per rendere difficile il loro percorso universitario». E nel testo della petizione si legge questo: «Nell’esperienza ormai quasi ventennale di applicazione delle carenze formative in difformità rispetto al restante territorio nazionale, il sistema adottato in provincia di Trento ha mostrato tutti i suoi limiti. Il titolo di promozione assegnato a giugno rende di fatto ininfluente la verifica condotta sul superamento delle lacune. Ciò determina per alcuni studenti un percorso formativo che non consente di affrontare efficacemente le difficoltà e di superarle». L’ammissione all’esame di Stato con «media complessivamente sufficiente» fa il resto, consentendo di conseguire un diploma superiore anche a fronte di più carenze mai sanate: «Per tali ragioni è senz’altro opportuno e auspicabile il ritorno all’esame di riparazione».