L'appello
domenica 26 Ottobre, 2025
Scontri al Brennero, per gli anarchici pene ridotte da 79 a 29 anni
di Redazione
Cinque assolti tra i 24 imputati. Passamani: da 6 anni a quasi 3
Scontri al Brennero del 7 maggio 2016: gran parte dei reati contestati erano già stati cancellati dalla prescrizione, dal troppo tempo trascorso, e ora per 24 dei 63 anarchici finiti a processo le pene sono state di molto ridimensionate, drasticamente ridotte: da un totale di quasi 79 anni (per la precisione 78 anni e 11 mesi) a 29 anni e 4 mesi. Più che dimezzata anche la condanna per Massimo Passamani, figura di primo piano del movimento anarchico trentino: i 6 anni inflitti in primo grado sono stati «limati» fino a 2 anni e 10 mesi per il roveretano classe 1972, difeso dall’avvocato Andrea de Bertolini. Per cinque degli imputati è arrivata anche l’assoluzione. Così ha sentenziato mercoledì la Corte d’Appello di Trento a cui la Cassazione, accogliendo i ricorsi delle difese, aveva rispedito i procedimenti di 46 dei 63 anarchici — tra questi 18 trentini — condannati nel 2021 dal giudice per l’udienza preliminare di Bolzano a più di 166 anni di reclusione (la Procura ne aveva sollecitati addirittura 330 di anni), scesi a 129 anni in secondo grado. Tutti coinvolti, è l’accusa, nei disordini che si erano registrati al Brennero il 7 maggio 2016, in occasione della manifestazione «Abbattere le frontiere, al Brennero e ovunque». Una protesta, allora, contro l’innalzamento di un muro anti-migranti annunciato dal governo austriaco durante la crisi migratoria sulla rotta balcanica. Muro, questo, però mai realizzato. Allora gli appartenenti a movimenti anarchici e antagonisti erano arrivati da varie regioni. Ci furono scontri con le forze di polizia (una quindicina gli agenti feriti), lanci di oggetti contro i giornalisti e una parte del corteo invase i binari del treno e pure l’autostrada, bloccando le vie di comunicazione per alcune ore.
A marzo dell’anno scorso la Corte suprema aveva dichiarato prescritti i reati di lesioni aggravate, violenza privata, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio e per questi aveva annullato senza rinvio. Restavano comunque ancora in piedi la resistenza aggravata e il furto (quest’ultimo contestato solo a pochi). Gli stessi ermellini avevano anche annullato le ordinanze con cui, in secondo grado, era stato negato l’accesso a pene alternative previste dalla riforma Cartabia per condanne inferiori a quattro anni. Quelle stabilite appunto mercoledì dalla Corte di Trento, presidente Ettore Di Fazio. E se cinque degli imputati sono stati assolti (tra questi uno condannato in primo grado a 4 anni e mezzo), in quattordici si sono visti ridurre, anche di un terzo, la pena, per condanne che vanno da un anno a massimo 18 mesi ciascuno.
Per i restanti cinque invece la Corte ha inflitto pene dai 2 anni a un massimo di 2 anni e 10 mesi. Condanna, quest’ultima, emessa nei confronti di Passamani, storico esponente degli anarchici trentini.