La protesta
giovedì 26 Giugno, 2025
Sciopero alla Metalsistem e Galtre di Rovereto: lavoratori in protesta per contratti e salari erosi dall’inflazione
di Redazione
Presidio nella zona industriale e corteo tra i capannoni: «Nessuna trattativa da oltre due anni, basta bonus una tantum: vogliamo un vero accordo».

Quattro ore di sciopero e un presidio simbolico nella rotatoria della zona industriale. È la protesta messa in atto oggi dai lavoratori di Metalsistem e Galtre, entrambe aziende del gruppo Briosi, per chiedere il rinnovo dei contratti aziendali e condizioni di lavoro più dignitose.
Lo slogan gridato a più riprese durante il corteo è stato diretto e inequivocabile: «Contratto, contratto, contratto!».
Alla Metalsistem, l’ultimo accordo integrativo risale al 2018, frutto di una trattativa lunga e complessa. Da allora, l’inflazione, in forte crescita a partire dal 2022, ha eroso il potere d’acquisto dei salari. Una situazione che contrasta con i risultati economici dell’azienda, descritti dai lavoratori come «più floridi che mai».
Ancora più critica, secondo i sindacati, la condizione alla Galtre, controllata al 100% da Metalsistem e a essa legata anche come cliente principale. Dopo anni di promesse, i dipendenti hanno visto soltanto un contratto integrativo annuale, descritto come «ponte» verso un’intesa strutturale che però non si è mai concretizzata.
«Da oltre due anni, nessuna apertura al confronto da parte dell’azienda» denunciano i rappresentanti dei lavoratori, sottolineando i continui rinvii e l’assenza di volontà negoziale.
Tra i temi al centro della protesta, anche l’elevato tasso di precarietà. Alla Galtre, circa la metà degli operai ha un contratto a termine. Molti di loro lavorano stabilmente da quasi tre anni, senza che si sia mai aperta la possibilità di stabilizzazione.
«I soldi per aumentare i salari non ci sono mai – affermano i lavoratori – ma i soldi, tantissimi, da dare alle agenzie interinali per mantenere lavoratori e famiglie ricattabili, quelli li trovano sempre».
Una contraddizione, a detta dei dipendenti, ancora più evidente alla luce dei massicci investimenti in corso nel cosiddetto “quartiere Metalsistem” tra Via del Garda, Viale dell’Industria, Via Caproni e Via Marconi, dove sorgono nuovi capannoni e impianti produttivi.
L’azienda, dal canto suo, ha finora risposto alle rivendicazioni con elargizioni una tantum, spesso sotto forma di buoni spesa. Una strategia unilaterale che, se in passato era stata accolta con favore, oggi viene percepita dai lavoratori come un gesto paternalista.
«Non contrattare, ci pensa l’azienda a darti la mancia» commentano in modo amaro, criticando quella che considerano una delegittimazione del ruolo sindacale.
Non è la prima volta che le due aziende sono al centro di mobilitazioni. Già lo scorso anno si erano registrate proteste simili, ma – denunciano i lavoratori – le promesse fatte allora non hanno portato ad alcun risultato concreto.
Da qui lo sciopero di oggi: una mobilitazione che chiede, con forza, ascolto, rispetto e il diritto a una contrattazione vera.
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