il caso

domenica 3 Agosto, 2025

Schiacciata dall’armadio in casa, Teresa Di Fiore era morta da una settimana

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L’autopsia avrebbe confermato la data del decesso dell'insegnante trovata nel suo appartamento a Borgo. Intanto, le due proprietarie hanno nominato un consulente

Ci vorranno almeno sessanta giorni per conoscere le cause della morte di Teresa Di Fiore, per sapere se sia stato davvero un trauma, e in particolare quale, ad uccidere l’insegnante di Tivoli a cui è franato addosso l’armadio contenitore mentre si trovava con libri e pc sul letto (di quelli a scomparsa, richiudibile appunto nel mobile a parete). L’autopsia eseguita ieri avrebbe confermato intanto che la docente romana era morta da una settimana circa quando, giovedì pomeriggio, è stata rinvenuta senza vita nel monolocale di via XXIV Maggio di Borgo Valsugana preso in affitto da un anno a questa parte. Meno di 25 metri quadri invasi da un odore pungente arrivato fino al pianerottolo, dovuto allo stato di degrado in cui si trovava il corpo, già coperto di ecchimosi. Ma per conoscere tutte le risposte, circostanziate – rispetto ai quesiti posti dalla Procura – bisognerà attendere il deposito della relazione da parte del medico legale Dario Raniero dell’Istituto di Medicina legale di Verona, incaricato dalla procuratrice vicaria Patrizia Foiera. La quale, aperta un’inchiesta per omicidio colposo, ha provveduto a indagare le due proprietarie del piccolo appartamento ora sotto sequestro, due trentine di 56 e 57 anni, con già altri immobili in locazione. A quanto risulta Teresa di Fiore pagava loro in modo regolare un canone d’affitto di 500 euro al mese.

 

Indagate con consulente
Un atto dovuto l’iscrizione sul registro degli indagati delle due comproprietarie di casa (lo erano da qualche anno): così da permettere loro di partecipare con propri consulenti a tutti gli accertamenti irripetibili disposti. A partire, appunto dall’autopsia. E così è stato. Assistite dagli avvocati Tommaso Fronza e Andrea Stefenelli, hanno nominato il dottor Guido Cavagnoli che ha partecipato all’esame effettuato dalla tarda mattinata di ieri all’ospedale Santa Chiara.
Ulteriori accertamenti
L’autopsia è certo un passaggio fondamentale ma di per sé non sufficiente per chiudere il cerchio, per spiegare l’assurda morte della 60enne che si era trasferita in Trentino da Tivoli da due anni a questa parte e che insegnava italiano e storia ai corsi serali dell’Istituto tecnico «Tambosi» di Trento.
C’è da capire infatti come sia potuto succedere un simile incidente domestico. Come sia stato possibile che la parte del mobile ancorata al muro, quindi l’armadio contenitore, abbia potuto cedere, strappandosi dalla parete — almeno questa è la prima ricostruzione — piombando addosso all’inquilina che si trovava a letto con libri e computer aperto. Le circostanze impongono infatti accertamenti ad ampio spettro. L’inchiesta passerà anche attraverso una consulenza tecnica delegata a un esperto che effettuerà un sopralluogo nel monolocale sotto sigilli da giovedì, dopo l’intervento di carabinieri e vigili del fuoco, allertati da un vicino, insospettito dal fetore. Se l’imprevisto sia successo per un malfunzionamento della struttura, se invece l’armadio che si è ribaltato sia stato fissato in modo non adeguato alla parete, o ancora se questa non fosse adeguata a supportare un simile peso sarà il consulente tecnico della Procura ad appurarlo. Ed è quasi scontato che le due indagate si faranno affiancare anche in questo caso da consulenti di parte. Da non escludere poi che la lista di nomi riportati sulla copertina del fascicolo possa allungarsi. A dover rispondere di questo tragico incidente domestico potrebbe essere anche chi ha montato l’armadio con il letto a scomparsa, se non anche lo stesso produttore. Valutazioni, queste, che spettano alla Procura che intanto, a breve, procederà anche a rilasciare il nullaosta per la sepoltura di Teresa Di Fiore ai familiari che attendono di darle sepoltura in Lazio.