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venerdì 5 Dicembre, 2025

Sanità territoriale, al convegno polemica sugli infermieri assenti. Lo scambio di Pec e critiche in sala

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La presidente Barbara Cristofolini: «Il loro ruolo è chiaro e definito. Per una volta, forse per la prima volta, il focus è stato sulle altre figure»

Mercoledì 3 dicembre dalle 16.30 alle 20.13 si è tenuto il convegno organizzato dall’ordine delle professioni sanitarie (tsrm pstrp Trento), sul contributo delle professioni sanitarie tecniche riabilitative e della prevenzione nella realizzazione della riforma sulle sanità territoriale e delle case della comunità.

Grande partecipazione all’evento con poco meno di cento persone di cui 85 in presenza e circa 30 in videoconferenza a distanza; per lo più professionisti dell’Ordine organizzatore, ma anche rappresentanti istituzionali, professionisti sanitari, dirigenti delle professioni sanitarie APSS, medici, organizzazioni sindacali e altri rappresentanti della società civile.

«Assenti gli infermieri a causa, a loro dire, del ridotto preavviso dell’invito. Gli stessi hanno inviato una PEC evidenziando il mancato invito sul palco, ritenendosi in sostanza l’unico fulcro dell’assistenza di comunità e che ogni discussione debba coinvolgerli» si legge in un comunicato.

«Gli organizzatori dell’evento- scrive la presidente Barbara Cristofolini – partivano dal presupposto che la presenza di medici ed infermieri nella case della comunità fosse un dato assodato: il ruolo per gli infermieri è chiaro e definito, gli IFOC sono importanti, ma se ne è abbondantemente parlato, a più riprese. Per una volta, forse per la prima volta, il focus è stato sulle altre professioni sanitarie e socio sanitarie che rappresentano circa 2200 lavoratori in Trentino e che per molti addetti ai lavori sono ancora sconosciute.
La conoscenza reciproca rappresenta sicuramente il valore aggiunto per consolidare nuovi modelli di assistenza multiprofessionale, per una presa in carico completa dei bisogni».

Durante il convengo, il vicepresidente Cestari ha evidenziato la necessità di una revisione del modello organizzativo per migliorare la prevenzione in Trentino, finora asfittica, anche con l’abbandono della sede unica di riferimento e una line di prevenzione territoriale diffusa e di prossimità, sganciata dalle tradizionali e limitate logiche di vigilanza e di repressione.

Grande soddisfazione per gli organizzatori: questo voleva essere un primo incontro per far conoscere le forze in campo ed evidenziarne le competenze e le potenzialità. Si auspica che l’appello dell’Ordine abbia un seguito e apra le porte al confronto con gli altri stakeholder, psicologi, infermieri, fisioterapisti, ostetriche, le parti sociali, il terzo settore e le autonomie locali.

Sicuramente necessaria una terza fase dove gli incontri dovranno diventare più operativi per iniziare a definire in concreto un cronoprogramma con APSS che è il soggetto regista della riforma. Non mancheranno confronti e partecipazione con i giovani, con gli studenti dei corsi di laurea dell’area sociale e sanitaria ma soprattutto con la popolazione affinché prenda coscienza e consapevolezza del cambio di paradigma ospedale territorio, e del fatto che ha voce in capitolo per modellare le nuove risposte ai bisogni di benessere e di salute.