Politica

sabato 23 Agosto, 2025

Salvini a Pinzolo: «Trump? Se metterà fine alla guerra in Ucraina, dovranno dargli il Nobel per la pace»

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Il vicepremier in val Rendena per il tradizionale raduno della Lega: «Più che parlare di eserciti europei, mi preoccupa chi arriva nel nostro Paese per delinquere»

Il vicepremier e Ministro dei trasporti Matteo Salvini è intervenuto nella serata di oggi, sabato 23 agosto, durante il tradizionale ritrovo della Lega a Pinzolo, in val Rendena.

 

Un centinaio circa le persone che si sono trovate per ascoltarlo in piazza Carera. Il leader leghista ha toccato diversi temi, fra cui la guerra in Ucraina e la questione della sicurezza europea: «Trump potrà anche avere maniere forti, ma è riuscito a fare quello che non sono riusciti a fare Macron e gli altri – ha dichiarato – Se riuscirà a mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina e al conflitto tra Israele e i palestinesi, devono dargli il Nobel per la pace. Putin ha scatenato la guerra, ma noi non siamo in guerra con la Russia. Piuttosto che parlare di aggredire la Russia, dobbiamo lavorare per la pace: Macron smetta di parlare con toni bellici e ricordi che, secondo i sondaggi, l’80% dei francesi non lo gradisce. Più che parlare di eserciti europei, mi preoccupa chi arriva nel nostro Paese per delinquere. Dobbiamo proseguire a espellere chi delinque e i clandestini».

 

Sempre in merito al rapporto con gli Stati Uniti, il vicepremier si è espresso anche sulla questione dei nuovi dazi entrati in vigore da inizio agosto: «Tra qualche mese vedremo se ci saranno dei settori in difficoltà – ha commentato – Se sarà così, il governo li sosterrà. Allo stato attuale il problema per le imprese è la burocrazia europea. Il problema non sono i dazi di Trump o la guerra russo-ucraina, che spero finisca presto. Il vero problema, il tappo, è la burocrazia europea che limita lo sviluppo delle nostre imprese».

 

A livello nazionale, infine, sono due i temi di attualità su cui il Ministro dei trasporti si è espresso, partendo dallo sgombero del Leoncavallo a Milano («Sanata dopo 31 anni una ferita che faceva piacere solo al sindaco Sala») e passando poi al ponte sullo Stretto di Messina: «Siamo l’unico Paese dove la sinistra e la Cgil contestano i grandi lavori, come il Ponte sullo Stretto, che darà da lavorare a migliaia di persone – ha concluso – Il bello del Ponte è che ridarà fiducia ai giovani, che vanno all’estero perché hanno perso fiducia nell’Italia. Spiace che la sinistra, che una volta difendeva il lavoro, oggi contesta il Ponte, l’Alta velocità, le gallerie. Pensate come vive male chi dice ‘Il ponte servirebbe anche, ma lo fa il ministro Salvini e quindi sono contro».