il colloquio

giovedì 20 Novembre, 2025

Salpò con la Flotilla per portare cibo ai bambini di Gaza, il chirurgo trentino Corradini incontra il sindaco

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Il giovane di Rovereto: «Ricordiamoci che esiste anche la Cisgiordania, uno Stato dove vige l’apartheid e dove proseguono le violenze»

C’era un invito a palazzo Geremia in sospeso dallo scorso 10 ottobre, giorno in cui il medico trentino Riccardo Corradini è stato espulso da Israele dopo che in tanti avevano chiesto la sua liberazione dal carcere in cui era stato rinchiuso insieme ad altri attivisti. A bordo di una nave della Freedom Flottilla carica di farmaci e aiuti, Corradini aveva tentato insieme ai suoi compagni di viaggio di forzare il blocco imposto a Gaza. Quell’impresa è stata fermata in acque internazionali da elicotteri e navi dell’esercito israeliano, ma ha sicuramente amplificato l’attenzione sulle atrocità in corso nella Striscia.

Oggi l’incontro a Palazzo Geremia tra il sindaco Ianeselli e il medico Corradini ha rinnovato l’affetto e la solidarietà che tutta la città aveva espresso all’indomani dell’arresto del  chirurgo del Santa Chiara, già noto per aver raccontato nel documentario “Erasmus in Gaza” la straordinaria esperienza degli anni dell’università.

Durante il colloquio sono stati tanti i temi trattatati, dall’eccezionale mobilitazione dei “Sanitari per Gaza” che ha coinvolto più camici bianchi trentini di qualsiasi altra protesta, all’apartheid a tutt’oggi in vigore in Cisgiordania, dalla disumanizzazione a cui sono sottoposti i palestinesi fino alla fragile tregua, che per Corradini è tutt’altro che risolutiva.

«La tregua era indispensabile – ha affermato Corradini – Ma per certi versi è solo fumo negli occhi. È quindi indispensabile continuare ad attivarsi perché l’obiettivo di far finire il genocidio a Gaza è chiaramente solo l’inizio di un percorso molto più lungo che deve portare i palestinesi a essere liberi come lo sono io, a poter uscire e andare in ospedale e prendere un aereo. Finché le persone palestinesi non saranno libere come lo lo siamo noi, la questione chiaramente non è risolta».

Dopo la manifestazione che ha visto sfilare 10 mila persone a Trento, cosa può fare il semplice cittadino per tenere alta l’attenzione sul dramma palestinese? Alla domanda, il dottor Corradini non ha una risposta univoca: «Innanzitutto ricordarsi che esiste anche la Cisgiordania, uno Stato dove vige l’apartheid e dove proseguono le violenze. E poi come cittadini possiamo esercitare scelte di consumo consapevole anche scaricando l’applicazione No thanks. Come cittadini possiamo poi sostenere le realtà che in Palestina tuttora esistono e resistono. E infine, possiamo chiedere alla politica di fare la propria parte».