Terra Madre

martedì 9 Dicembre, 2025

Rovereto studia i segreti degli alberi: cinque millenni di storia (e clima) raccontati dai tronchi

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Dal Miyake event agli studi sul clima locale, il laboratorio di dendrocronologia combina ricerca internazionale e citizen science

Alcuni campioni di legno risalenti al Neolitico, provenienti dal Lazio ma custoditi in Trentino, sono al centro di uno studio internazionale, che indaga un antico evento di tempesta solare di oltre cinquemila anni fa (Miyake event); altri pezzi di legno sono studiati da ricercatori trentini per raccontarci come è cambiata nel tempo la crescita degli alberi a Terragnolo, in una locale periferia valligiana, dove la comunità ha adottato questo studio un po’ come beniamino della popolazione, che infatti partecipa attivamente in vero spirito di citizen science. Il destino dei campioni di legni di varie provenienze è tutt’altro che statico, grazie al laboratorio di dendrocronologia del Museo Civico di Rovereto, aperto nel 2000, 25 anni fa. Il laboratorio è stato istituito in collaborazione con il Tree Ring Laboratory della Cornell University di Ithaca, N.Y., Usa, fondato da Peter Ian Kuniholm. Sono oltre duemila i file con le campionature realizzate dal laboratorio.

La Fondazione Museo Civico nel 2013 aveva poi acquisito l’archivio e la preziosa collezione dell’Istituto Italiano di Dendrocronologia, che conta ottomila campioni provenienti dai più importanti siti storici e archeologici d’Italia (Pompei, Roma, Venezia e molti altri) e tredicimila file di misurazioni e cronologie. Si tratta di un’importante acquisizione grazie alla quale il laboratorio di Rovereto è in possesso del più grande archivio di dendrocronologia in Italia.

«I campioni di legno sono custoditi dal museo – spiega Ivana Pezzo, una delle due responsabili, insieme a Stefano Marconi –, ci vengono spesso richiesti studi, collaborazioni oppure campioni. Ad esempio di recente due studiosi, uno di Roma e l’altro di Berna, ci hanno richiesto dei campioni di legno per lo studio del Miyake event, un fenomeno astrofisico che causa un aumento del C14 presente negli anelli degli alberi.»

Ma cos’è la dendrocronologia, dunque?
«La dendrocronologia è una disciplina che studia gli anelli di accrescimento degli alberi (dal greco dendron, albero e chronos, tempo). La maggior parte degli alberi produce un anello di legno nuovo ogni anno. La crescita arborea è più rapida in primavera che in estate o in autunno, e cessa durante l’inverno. Questo accrescimento periodico è indicato nei tronchi da anelli concentrici, la cui ampiezza varia secondo il clima. Questo comportamento delle specie arboree ha permesso la costruzione di sequenze cronologiche, che prendono inizio da piante vive, continuano con elementi lignei di edifici storici, e giungono ai reperti provenienti dai siti archeologici.»

Quanto indietro possiamo risalire nel tempo, studiando gli anelli degli alberi?
«In Europa abbiamo sequenze continue dendrocronologiche di diecimila anni.»

L’archeologia – cuore della storia e dell’attività del Museo – è un campo di indagine importante?
«Sì, lo è. Cito ad esempio un recente lavoro a cui stiamo partecipando: a Venezia stiamo studiando uno scavo di epoca romana, del primo secolo dopo Cristo. Abbiamo analizzato campioni di una vasca in legno per allevare ostriche e abbiamo datato alcune assi del rivestimento ligneo. L’ultimo anello di queste assi è stato datato all’anno 9 dopo Cristo.»

A Terragnolo una ricerca così particolare è diventata pop. In questo caso la dendrocronologia diventa dendroecologia e fattore di attivazione sociale intorno alla scienza. Come succede?
«Io organizzo in estate delle conferenze di restituzione e le persone del posto si sentono parte attiva, un po’ come se fosse qualcosa di loro. Infatti ci aiutano portandoci rondelle degli alberi che tagliano, sia le persone del posto sia i forestali.»

Cosa state imparando a Terragnolo sulle conseguenze del cambiamento del clima a livello locale?
«Studiamo gli anelli di accrescimento di faggio, larice, abete rosso e abete bianco e verifichiamo in questo modo l’andamento climatico. Abbiamo costruito quattro serie dendrocronologiche. La più lunga è di 130 anni. Abbiamo capito che gli abeti rossi sono già in sofferenza per l’aumento delle temperature, mentre quelli bianchi sono più resistenti.»

Il patrimonio del laboratorio dovrà continuare a essere arricchito, per continuare a leggere il passato, aiutarci a interpretarlo e imparare sempre cose nuove. Tornando al caso Terragnolo, il report del laboratorio rendiconta che finora sono stati consegnati cinquanta campioni di varie essenze arboree con i quali sono state costruite una serie di cronologie. La cronologia del faggio, ad esempio, si sviluppa per 134 anni, dal 1891 al 2024. I carotaggi e le misurazioni dei campioni sono stati effettuati da giovani stagisti della città di Rovereto. Forse proprio questo laboratorio sintetizza al meglio la fusione fra i tre pilastri del lavoro della Fondazione Museo Civico: archeologia e memoria, scienza e presente, cultura e patrimonio.