L'iniziativa
domenica 12 Ottobre, 2025
Rovereto, cittadinanza (onoraria) agli studenti stranieri: martedì il Comune vota la mozione simbolica
di Francesca Dalrì
La proposta arriva da Officina Comune e trova il sostegno di tutta la maggioranza. Sono oltre 1.100 gli alunni con cittadinanza non italiana nella Città della Quercia

Sono nati in Italia, frequentano le scuole roveretane, ma sulla carta non sono cittadini italiani perché i loro genitori sono immigrati che ancora non hanno ottenuto la cittadinanza. Fino a quando la legge non cambierà, questa sarà la loro condizione. A Rovereto, però, presto avranno un riconoscimento in più. Martedì in Consiglio comunale sarà infatti discussa la mozione promossa da Officina Comune per introdurre nel regolamento la «cittadinanza speciale del Comune di Rovereto per minori stranieri». Un istituto simbolico, che sulla carta non modificherà i loro diritti, ma che punta a far sentire gli alunni stranieri della città parte integrante della comunità roveretana. A confermare la rilevanza dell’iniziativa sono peraltro i numeri: a Rovereto sono ben 1.119 gli alunni iscritti alle scuole cittadine con cittadinanza non italiana (i dati sono del Ministero dell’istruzione e sono aggiornati all’anno scolastico 2022-2023).
«Per noi quello della cittadinanza agli alunni stranieri nati in Italia è un tema caro – spiega la prima firmataria Irene Matassoni, di Officina Comune –. Non possiamo certo cambiare noi la legge nazionale, ma con questa iniziativa possiamo contribuire a un cambiamento culturale e garantire a questi alunni un ingresso almeno simbolico all’interno di una comunità che già abitano e vivono. Tra tutte le possibili riforme della legge sulla cittadinanza abbiamo deciso di partire dalle scuole perché sono il primo luogo dove si socializza, dove convivono le differenze, dove ognuno impara a esprimere se stesso essendo parte di una comunità».
La mozione (depositata ancora lo scorso maggio, ma poi finita in un cassetto per via del referendum di giugno che, tra i cinque quesiti, ne prevedeva anche uno sulla cittadinanza) arriverà in aula martedì sera. Quasi sicuramente darà adito a polemiche, ma altrettanto certa è la sua approvazione: la proposta è infatti sostenuta da tutta la maggioranza e in particolare dai gruppi consiliari Officina Comune, Partito democratico, Alleanza verdi e sinistra, Campobase, Civici per l’Autonomia e Rovereto Libera. Il testo prevede che la cittadinanza speciale venga conferita a tutti i minori stranieri residenti a Rovereto, nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti o nati all’estero e che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale. Il testo impegna inoltre la sindaca e la Giunta comunale a istituire una «Giornata della cittadinanza» dove celebrare le nuove cittadine e i nuovi cittadini «in modo che tutta la comunità, nel suo insieme, possa riconoscere il loro contributo alla vita sociale, culturale, economica e politica, in ambito cittadino, ma non solo». «L’idea – prosegue Matassoni – è organizzare un evento pubblico a cadenza annuale che coinvolga tutti i nuovi cittadini».
A ciò si aggiungeranno: la promozione di percorsi di formazione e sensibilizzazione; l’impegno del Comune a collaborare con altre amministrazioni locali e associazioni per sostenere le campagne nazionali per la riforma della legge sulla cittadinanza; l’impegno a sollecitare formalmente Governo e Parlamento affinché esamino e approvino le proposte di legge che prevedono l’applicazione dei principi dello ius soli (la cittadinanza in base al luogo di nascita, al di là di quella dei genitori) o, in subordine, quello dello ius scholae, che riconosce appunto il diritto alla cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo scolastico di cinque anni in Italia.
La proposta avanzata da Officina Comune si rifà a quella della rete «Dalla parte giusta della storia», a cui hanno peraltro aderito già altre città italiane. In Trentino, invece, nessuno si è ancora attivato in tal senso: il Comune di Rovereto sarà dunque il primo in provincia a garantire la cittadinanza simbolica ai propri alunni. «Se sempre più Comuni sposeranno questa causa – conclude Matassoni –, il governo nazionale dovrà tenerne conto. Sappiamo che anche in Consiglio comunale la mozione non convincerà tutti, ma crediamo che la questione vada al di là dei singoli colori politici: si tratta di riconoscere le persone che già fanno parte del sistema economico e sociale del nostro Paese».
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